Confesso che ho avuto qualche imbarazzo nell' impostare la mia lettera indirizzata a Giulietto Chiesa. Voglio dire: lui è una persona così importante e l' argomento stesso, se possibile, è ancora più importante di Giulietto! Ma siccome ritenevo di una qualche importanza anche le cose che volevo chiedergli, mi sono fatto forza. Mi sono lasciato guidare dal genio di Benigni e Troisi e dalla loro lettera a Savonarola, perché loro hanno dimostrato di sapere come si fa in questi casi. Trovavo, inoltre, che il succo della loro missiva potesse avere qualcosa in comune con la mia. Dice infatti Benigni:
"Noi si scrive una lettera a Savonarola, dicendo: Savonarola, te se continui così, finisci che ti bruciano... la vuoi capire, o non la vuoi capire, Savonarola?!"
Quando si ha l' insolenza di rivolgersi ad una persona importante, e ancor di più se si ha la pretesa di dare un consiglio (o addirittura di chiedere conto di qualcosa), è buon uso mettere la propria "faccia sotto i suoi piedi", come consiglia Troisi. Io l' ho fatto, sperando così di stemperare la abbondantemente prevista furia con cui Chiesa si sarebbe scagliato su di me , premettendo che sono un "musicista". Tradotto: "Vengo in pace". Duole un po' ora doverne prendere atto, ma Chiesa mi ha strappato di mano la mia bandierina multicolore e con questa ha tentato di seviziarmi. Mi basterà questa esperienza per ricordare, alle prossime elezioni europee, su quale faccia ho già messo una croce definitiva.
Tornando alla mia lettera, una volta superata la difficoltà iniziale, ho premesso anche altro, che forse era un po' più importante della mia professione: "capisco l' importanza vitale, il peso specifico di ogni parola pronunciata in questo contesto". Tradotto dal mio linguaggio bifido, stava a significare: "Io cerco di fare del mio meglio con le parole, e Lei?". Ho posto particolare attenzione alla premessa, perché si sa che questa influisce molto sulla buna riuscita della conclusione. Fatica in parte sprecata la mia, perché è risaputo che Chiesa badi poco a questi dettagli. E infatti la sua premessa è stata questa: "La sua lettera è lunga e la mia risposta sarà più breve, ma non riduttiva." Fermandoci al senso letterale di questa frase, a conti fatti, la mia lettera è composta da meno di 900 parole. La sua da oltre 1200. Ma non voglio stare ore a contemplare il primo albero nel quale egli si è imbattuto.
Non sono però nemmeno in vena di scrivere romanzi, perciò, da musicista sempliciotto, farò tesoro di quanto imparato nelle peggiori scuole di musica d' Europa: cercherò di ignorare la maggior parte delle sue stonature e curerò l' inizio e la conclusione del pezzo, perché questi momenti solitamente coincidono con i picchi di attenzione del pubblico, anche se ogni tanto capita pure che qualcuno abbia un sussulto agli acuti nella parte centrale. Cosa tanto più probabile, quanto più queste note sono false, stonate.
L' inizio di Chiesa è questo:
"Io penso che chi controlla l'informazione non bada troppo ai debunkers ma si occupa dei grandi media, delle televisioni prima di tutto. I debunkers che affollano il web (pur essendo minoranza) sono secondari e di molto."
E' meravigliosa la grazia con cui Chiesa riesce, en passant, a impreziosire il suo pensiero con un velo di argomentum ad numerum. E aggiungo, senza voler polemizzare su sfumature di nessun peso, che stando a quanto scritto nell' introduzione a Zero, i debunkers sono quegli "addetti alla disinformazione" che sono "sguinzagliati" nel web. Ora apprendo che sono cani, sì, ma di secondaria importanza. Dei quali persino il padrone ha ben poca cura. Sul punto penso ci sia poco da dire, se non che una fallacia ad hominem in più o in meno, penso non faccia più alcuna differenza. Ma a questo proposito, per farvi meglio apprezzare quanto in Chiesa il ricorso a questa fallacia sia raffinata, vorrei sottolineare questo suo passo: "Lei sostiene che la termite non è un esplosivo, ma essendo lei un musicista mi permetta di pensare che la spiegazione di Jones sia più attendibile." Avrebbe forse potuto risparmiare qualche parola dicendo semplicemente: "Che ne sa lei, povero Pirla, della termite?" Il senso sarebbe stato più o meno lo stesso. E in ciò non avrei di certo contestato il Pirla, qui sublimato in "musicista", ma semmai il fatto che io non ho mai (MAI!) sostenuto che la termite non fosse un' esplosivo. E non ce ne sarebbe stato nemmeno bisogno: pare infatti che tale nozione sia ora definitivamente acquisita. Qualcuno più impietoso di me direbbe che Chiesa qui ha un po' manipolato le parole, prima per affermare il falso, e in seguito per negare l' evidenza.
Uno dei virtuosismi di logica (che però è anche esempio di "correttezza polemica") di cui Chiesa ha fatto sfoggio è questa sua affermazione: "debunker non è un insulto". Qui si potrebbe ipotizzare che abbia lievemente mancato il bersaglio. Non è il termine in sé ad essere oltraggioso, ma tutto ciò che lui con esso sottintende quando dice: "sguinzagliati". Devo per correttezza ipotizzare che questo passaggio non fosse chiarissimo nella mia lettera, ma sarebbe comunque lecito aspettarsi che chi pretende di aver fatto un po' di luce nella foresta nera dell' 11/9, non si inalberi su un fuscello simile.
Ma tutta la lettera, in realtà, è pervasa dalla indiscutibile correttezza di Chiesa. Per chi però ne cercasse qualche altro acuto, segnalo questa altra sua frase: "Io non sono andato a cancellare quelle righe, perchè sono onesto con me e con gli altri." E' raro imbattersi in un politico che abbia stessa trasparenza di intenti e pari nobiltà d' animo: non ha cancellato un articolo basato su premesse che egli stesso ammette essersi rivelate false, per rispetto ai suoi lettori. Sono sinceramente ammirato! Avrei infatti ritenuto di somma scorrettezza se egli avesse apposto una nota finale in cui si dicesse: "All' epoca di questo articolo ne sapevamo ancora meno di adesso, ma non cancelliamo l' articolo, in quanto documenta storicamente il momento in cui abbiamo cominciato, nel dubbio, a sparare a Zero".
Una nota di merito va anche a questa affermazione: "Io penso che si sia trattato di un vero e proprio colpo di stato, ma non lo posso dimostrare". E' davvero curioso, per usare un termine caro a Giulietto, che proprio in un post di qualche giorno fa io abbia accennato alla intaccabile solidità di questi posizioni, ricordando anche il commovente IO SO di Pasolini.
Veniamo però all' ultimo paragrafo di Giulietto. "Curioso che lei mi chieda qual'è l'obiettivo dell' "operazione Zero". Come se fosse un segreto. Non è un segreto. Vuol dire che lei non ha letto fino in fondo cosa ho scritto." Devo dedurre che Chiesa, sempre pronto a scrivere le sue cose "a fondo", non sia altrettanto abile nel cogliere "a fondo" il senso delle domande rivoltegli. Posto che le parole non sono scelte a caso, vediamo cosa potrebbe significare questa mia domanda, considerato anche tutto ciò che l' ha preceduta: "qual' è l' obbiettivo di quel che qualcuno definisce "l' operazione Zero?" Secondo me, potrebbe significare: "Dottor Chiesa, non le pare sia il caso di prendere le distanze da tutte le posizioni rivelatesi ridicole assunte sugli eventi dell' 11/9, ivi comprese da quelle stupidate di "2 righe" a cui mi sono limitato a far cenno solo per brevità? Non le pare inoltre che sia giunto il momento di superare quella feroce contrapposizione tra debunker e complottisti che in questi anni ha inquinato le discussioni?"
Certamente poteva essere intesa anche come domanda retorica, che in realtà insinuava l' inutilità dell' "operazione Zero". Perciò, mea culpa: in un attimo di generosità, non ho tenuto conto del fatto che gran parte dei complottisti perde la testa quando sente odore di critica.
Ma a questa mia domanda facevo seguire immediatamente un' altra, forse criptica ai più, che però ritenevo sarebbe arrivata chiara alle orecchie di una persona avvezza a questioni di intelligence, oltre che tutt' altro che "digiuno di politica". (Anzi, molto addentro alla politica. Invischiato fino al collo.) La domanda era: "A quale livello cerca di contrastare la criminosa politica estera di Bush?" La domanda, per come era formulata, constatava la presenza dei tanti diversi "livelli" da cui si può mirare o fare la politica. Si va dal baretto sotto casa, al famoso studio ovale. Visto il passato professionale di Chiesa sicuramente interessante, gli chiedevo semplicemente, con un candore di cui pensavo di non essere più capace, qualche parola su quale fosse la sua attuale posizione. (Non si infierisca, per favore: mi rendo conto che questa domanda fosse già pienamente meritevole di un "Pirla", o anche di un "musicista"! :)) Chiesa però forse ha inteso in questa maniera le mie parole: "Non sarà che anche Lei, come i peggiori complottisti, vuole guadagnare il più possibile dalla faccenda, anche in termini economici, visto che ha realizzato sia un libro che un film e che ha persino avuto l' accortezza di non farli uscire in perfetta contemporaneità? Non so come dirglielo, ma è sinceramente squallido che Lei faccia le sue clamorose rivelazioni solo dietro compenso! Capisco che la crisi economica colpisce in maniera trasversale, ma cos'è: lo stipendio da eurodeputato non le consente più di condurre una vita dignitosa?"
Sì, è probabile che Chiesa abbia letto qualcosa del genere nelle mie domande. Perché da questo momento in poi, ha rischiato di perdere definitivamente lucidità e contegno ad ogni parola. Non aveva alcuna certezza di ciò che io intendessi, ma ancora una volta, nel dubbio ha sparato a Zero. Ha chiuso infatti dicendo: "Non ho altre armi che la verità, o quella che io ritengo essere la verità. E, per questa ragione trovo davvero curioso (per non dire di peggio) che lei insinui che ogni goccia che passerà attraverso la piccolissima barriera che io e i miei amici abbiamo cercato di costruire ci saranno centinaia di morti iracheni. Quasi che lei volesse dire (e non dire) che è colpa nostra se non riusciremo a fermare quella mostruosa guerra? Quasi che quei morti fossero sulla nostra, sulla mia coscienza. Mi dispiace davvero che lei dimostri tanta mancanza di correttezza polemica. Quella che lei insinua è un'accusa non solo infamante, ma del tutto priva di punti di sostegno. Perfino contro il buon senso. Non siamo noi, che cerchiamo di fare il nostro dovere civico, contro gli assassini e i bugiardi, a doverci accollare questa responsabilità. Se avessimo taciuto i morti sarebbe stati comunque tanti; non meno, ma di più.
E se tacessimo, condividendo, o semplicemente scrollando le spalle, altre guerre potrebbero più facilmente cominciare. Come temo accadrà.
Ci pensi bene.
Ci ho pensato bene. E mi rifiuto di commentare nel dettaglio queste parole. Ho solo evidenziato in grassetto una frase che, così come è, testimonia un' ira che gli ha persino impedito di formulare in maniera ineccepibile. Il senso è comunque facile da intuire. Se io fossi un VIP e lui dirigesse un grande quotidiano (entrambe cose per fortuna non vere), non sarebbe difficile immaginare gli strilloni di oggi: "Bifidus accusa Chiesa e i complottisti di genocidio in Iraq!!!".
Chiudo, tirando le somme di quanto visto fino ad ora. Colui che affida le proprie speranze, i propri sogni di un "mondo migliore" alla attuale controinformazione di cui in questo Blog si è trattato e di cui Giulietto Chiesa è uno dei più illustri portavoce, temo che presto o tardi rimarrà deluso. E forse concluderà: non ci resta che piangere. FINE!