venerdì 7 settembre 2007

Nessun Dorma

10 commenti:

Anonimo ha detto...

GRAZIE LUCIANO.

usa-free

bifidus ha detto...

Usa-free, mi sono permesso di riportare qui il tuo saluto (del quale ti sono sinceramente grato).
Ciao,
T.

chiaramente ha detto...

………………………….
………………………….
……….Potenza della lirica
dove ogni dramma è un falso
che con un pò di trucco
e con la mimica
puoi diventare un altro…….
…………………………….
ti volti e vedi la tua vita
come la scia di un’elica
ma si è la vita che finisce
ma lui non ci pensò
poi tanto
anzi si sentiva già felice
e ricominciò il suo canto
……………………………

grazie BL

giuy ha detto...

Diciamo che non era esattamente un'artista di quelli che si vedono in giro di questi tempi! Aveva un talento e una voce davvero straordinaria.

bifidus ha detto...

Non volevo inquinare questo post, pubblicato volutamente senza parole, ma il mondo va avanti, trascinandosi dietro anche il peso dei più miserabili: ve lo ricordate Stefano Maria Chiari?
E' quello che scribacchia in rete cose del tipo... Cristo vi spezzerà le ginocchia se non le piegate. (Ne avevo accennato nel post "Non c' era fretta".)
Oggi ha sentito la fortissima esigenza di commentare la morte di alcuni "idoli". Sempre sul sito effedieffe.

Scrive: "[Il mondo]...si veste, forse, di lutto; in apparenza piangerà e si batterà il petto; infarcirà di immagini e ricordi i suoi giornali e manifesti, le pagine innumerevoli delle sue televisioni; programmi smielati che toccheranno le fibre ultime del sentimento, quasi a costringere al pianto; ma della vita eterna, non una parola."
E ancora:
"A che serve?
Per compiangere cosa?
L’abilità canora di un maestro di musica o l’arte di imitare la voce e le gesta di qualcun altro più o meno noto?
Vi rendete conto che, per quanto grandi e validi, geniali e toccanti possano essere i numeri, le esibizioni, le performance di una persona, a nulla, in realtà, giova tutto questo?
A cosa, o in che misura?
«A che vale conquistare il mondo, se poi si perde un’anima?».
Chi scrive non ha l’ardire né la stupidità di credere che il nostro o i nostri «di turno» si siano persi o salvati; non sa, non può saperlo e non osa neppure ipotizzare alcunché, ma si trova nella necessità di proiettare lo sguardo fuori dal coro unanime dei flautisti in lutto, per richiamare alla mente una verità inequivocabilmente certa: oggi si è e domani, chissà?
Forse neppure il sole vedrà il distacco della mia anima dal corpo.
Perché sprecare parole e scrivere un articolo su questo?
Forse perché si ritiene ipocrita ed anche un po’ inutile tutta la sinfonia di pianti e gemiti che si è levata e si leverà nell’etere, in rete e sulle stampe.
"

Ebbene, ho scoperto oggi di essere uno dei "flautisti del coro" di Chiari. Di questo fanatico neocon cattolico, che si chiede cosa si stia "compiangendo"! Evidentemente l' iddiosantissimo, nel quale egli tanto fortemente crede, non gli ha detto di aver plasmato con il suo soffio divino persone come Pavarotti, di modo che tutto il creato potesse gioirne. E per dar prova della propria esistenza.
Stefano Maria Chiari ignora forse l' episodio in cui nientemeno che Albert Einstein ha sperimentato il divino. Era l' anno 1930 ed era andato a un concerto in cui il grande violinista Yehudi Menuhin suonava accompagnato dalla orchestra filarmonica di Berlino. Al termine è corso ad abbracciarlo esclamando: "Ora so che c' è un Dio!".
Ora io non so quanti scettici abbia convertito Pavarotti con la sua voce, ma so per certo che se "il mondo si è vestito a lutto" è perchè ha riconosciuto il "miracolo" che c' era nella sua voce. Umana o divina che fosse.
Quelli come Chiari non hanno evidentemente beneficiato di questa grazia. Loro vivono il mondo a un altro livello. A quelli come Chiari, o come il suo direttore Maurizio Blondet, sicuramente non sfuggirebbe invece questo dettaglio: sia Einstein che Menuhin erano ebrei.
Quelli come Chiari sarebbero passati anche accanto al Cristo che camminava sull' acqua. Avrebbero fatto spallucce, persi nella profonda riflessione dell' "oggi ci sei e domani chissà"!
Non me ne stupisco: solo chi porta dentro di sè il seme del Bello può riconoscerlo e gioire di quello degli altri.
A quelli come Chiari non rimane che strisciare sofferenti su questa terra, tormentati da domande tipo: "A che vale conquistare il mondo, se poi si perde un’anima?". Ad avercela, l' anima, caro Maria Chiari! Ad avercela come Brahms, per citare un altro aneddoto, stando al quale, appenta raggiunto dalla notizia della morte dell' amata madre, questo si mise al pianoforte. Suonò Bach. "Cura l' anima"- disse.
Capito Chiari? Il bello cura l' anima. Per questo "conquista il mondo", nonostante tu, miserabile dimentico del tuo stesso Dio, veda finzioni ovunque. Anche nella Gloria che accompagnerà il nome di Pavarotti nei secoli a venire.
E' anche per quelli come te che ho postato il video di questo "Nessun Dorma": di modo che, vigili come siete, non vi sfuggisse che anche il direttore d'orchestra James Levine è solo un ebreo. Che si sbraccia. Per voi, di certo, invano.

"Padre, perdonali, perchè non sanno quello che fanno"

bifidus ha detto...

Ennio Morricone, "flautista", sul Messaggero di oggi:

"...lui andava diritto al cuore della gente, senza preziosismi o astuzie. Con un impegno che aveva qualcosa di stoico. Tante volte mi è capitato di osservarlo in televisione mentre chiudeva il suo cavallo di battaglia, Nessun dorma da Turandot. Prima di cantare il "Vincerò" conclusivo, era come se raccogliesse le forze, quasi prendendo lo slancio per avventarsi sul "si" acuto; e quando l'aveva raggiunto, lo teneva saldamente, con i muscoli del volto tesi allo spasimo: poi, appena finito, di scatto allargava le braccia verso il cielo e il suo volto si apriva in un sorriso, come per liberare l'emozione e la tensione, come un atleta che dopo il lavoro e la fatica vedeva ricompensati i suoi sforzi ed era contento di aver dato un momento di gioia al pubblico.[...]
Per le circostanze in cui è avvenuta, la sua fine mi ricorda quella di Enrico Caruso, il Re dei tenori. L'anno scorso, Pavarotti era tornato in Italia dopo essere stato operato in America: forse, anche perché sentiva che la vita se ne stava andando e voleva morire in patria. Caruso, colpito da un ascesso polmonare negli Stati Uniti, prima di chiudere gli occhi per sempre volle vedere Napoli per l'ultima volta. La canzone "Caruso" di Dalla s'ispira proprio a questa storia: ed è stata un successo di Pavarotti. Impressionante e commovente, questo destino comune a due artisti in cui tante gente identifica il nostro Paese.


La citazione di Chiaramente è condivisa quindi anche da un altro dei miei idoli. :)
Saluti

Anonimo ha detto...

A prescindere da chi é morto in particolare, la visione del filmato mi ha fatto venire in mente che bisognerebbe sforzarsi di più, finché se ne ha l'opportunità, di fare cose che abbiano un senso, un valore, una intrinseca bellezza come una montagna o un tramonto o un albero.

Se si facesse questo davvero, se si vivesse all'altezza delle proprie non banali possibilità, la morte farebbe certamente meno paura.

Ciò che fa veramente paura nella morte é il sigillo definitivo che mette su vite non vissute veramente. Ed é, questa omissione, un buon motivo, l'unico motivo, per temerla davvero.

Anonimo ha detto...

Grazie Theodor, per aver smesso per un attimo le disquisizioni sulla merda del mondo per ricordare ciò che di veramente importante viene instillato nella natura umana.
Il talento è il barlume di scintilla divina che vive in simbiosi con l'animo umano.

Woland

Anonimo ha detto...

Underworld per il nostro presente, lo dedico a T., autore di questo blog.

http://it.youtube.com/watch?v=265V4sEVkLw

usa-free

bifidus ha detto...

Vabeh, allora usa-free... ti faccio un po' di posto sul mio divano :)!
(sono nel bel mezzo di "two weeks off"... magari fossero mesi :))
ciao