giovedì 31 maggio 2007

Tra le righe

Tra le righe e sopra le righe degli ultimi interventi di mazzucco nel thread "Protesta!" aperto da Giuper, leggo questi messaggi (a riprova del fatto che il titolo del precedente post fosse più che mai azzeccato!):

1) "Glielo dico"
2) "No, devi usare una metafora"

infine...questo, che probabilmente è quello più adatto alla situazione:
3) "CI HAI ROTTO I COGLIONI"

Per chi invece non dovesse trovare le parole giuste per chiedere SCUSA, questo esempio potrebbe essere di ispirazione:
Scusa

Saluti

martedì 29 maggio 2007

Esaurito

Questo thread era già abbondantemente esaurito da un pezzo, e visto la piega che ha preso ultimamente è meglio chiuderlo del tutto.
Tutti hanno avuto ampio spazio per argomentare le proprie idee, e chiunque voglia leggerlo ha a disposizione tutto quanto necessario per trarre le proprie conclusioni.
Siete pregati di non aprire altri topics che proseguano gli OT qui iniziati. I forum sono liberi, ma proprio per quello è necessario usarli responsabilmente. Per le menate personali ci sono i PM /email, e non è la prima volta che lo ricordiamo.
Grazie a tutti quelli che hanno partecipato.
Massimo

Questo è il laconico messaggio che segna la chiusura di un thread che ha lasciato senza dubbio il segno su Luogocomune. Raramente infatti è capitato di leggere tante sciocchezze di Mazzucco (e seguaci) in una sola discussione. A questo proposito mi permetto di rispondergli che se c' era qualcosa che da tempo pareva "esaurito", questo di certo non era il thread! Non aggiungo nessuna faccetta: non è una battuta. E' la triste realtà con cui fare i conti per tutti coloro che da lui si sentono in qualche modo rappresentati.

Aggiungo invece che una discussione vera e propria non c' è mai (e dico MAI) stata! Già dalle primissime risposte avute, si è palesata una mancanza di controargomentazioni che è stata francamente sconcertante. Le uniche cose con cui ci si è ritrovati a confronto sono stati gli attacchi personali, intervallati da qualche scemenza cui si è presi la briga di rispondere. Poi nuove provocazioni alle quali rispondere con la dovuta cautela (ban in perenne agguato!), poi nuove cretinate. E così via. Ben 28 pagine di porcherie, alimentate in prima persona da Mazzucco, che è riuscito ad eludere per tutto il tempo le domande "scomode" e che, con una faccia tosta senza pari, ha più volte scavalcato la cadaverica logica delle sue affermazioni, senza dare il minimo segnale di "ripensamento". Per dovere di cronaca, il "la" alle sconcezze lo aveva dato Ashoka: l' uomo con l' udito più incontrovertibile del mondo! (Naturalmente, non è mai stato minimamente ripreso dagli altrimenti solerti moderatori.) La vergogna, evidentemente, è sentimento sconosciuto ad alcuni.

Mi preme fare una altra considerazione "a caldo": se questa stessa discussione fosse nata in uno studio televisivo, Mazzucco (o chi per lui) ne sarebbe uscito con le ossa rotte. Naturalmente se si fosse ritrovato a confronto con una persona dovutamente informata e con la mente pronta a schivare i colpi bassi, i tentativi di sviare l' attenzione dal punto centrale e a rilevare le immediate contraddizioni delle sciocchezze da lui sostenute. La TV infatti ha dei ritmi dai quali non si può prescindere e mentre in un forum ognuno si prende tutto il tempo necessario per formulare quella che ritiene la miglior risposta possibile, col piccolo schermo i favori del pubblico si conquistano nel giro di due-tre velocissimi scambi di battute. Ci sono ben poche possibilità di barare. E nel caso di Mazzucco, la cui autocritica verso i propri evidentissimi limiti pare da tempo sepolta, si potrebbe arrivare in poco tempo a questa conclusione: poche idee, ma …fisse!

Per il resto valgono tutte le osservazioni fatte fino ad ora nella discussione stessa. Alle quali però non posso non aggiungere quelle già fatte sulla gestione del sito nei post Luogocomune, Alla deriva e Avviso, che sono immediatamente tornate attuali, vista la rocambolesca chiusura della discussione sul "seven". (A rileggerli ora, alcuni passaggi paiono "profezie"! J Non lo sono, ovviamente. E' solo questione di quel "buon senso" che a tante persone "illustri" non è stato concesso.)

Non mi dilungo quindi nel ripetere cose rispetto alle quali il mio parere non è minimamente mutato, ma che anzi è uscito rafforzato dall' esperienza diretta. Preferisco piuttosto osservare la deprimente mancanza di senso di diplomazia di un Mad Max, che è anche riuscito ad allungare la lista di "martiri" da lui creati. Mi riferisco in particolare all' utente che usava il nick "Tubo", il quale ci ha "lasciato le penne" in questa discussione. (Ma eroicamente direi. Gloria sempiterna quindi! :D) E a proposito di profezie: temo che anche il nick "bifidus" abbia i giorni oramai contati J. (Giuper: tu hai ben poco da ridere, se intendi proseguire sulla strada della razionalità! Nerone, ancora di meno. Enrigolett? Forse si salva, dai… tu hai un nick giovane e in fin dei conti è pur sempre solo un sito internet, non un mattatoio!)

Per ora è tutto. A mente fresca mi riservo di correggere/riformulare/ampliare quanto qui detto.


EDIT:

Il messaggio di chiusura di Mazzucco è stato editato. C' è ora la seguente aggiunta:

TUBO/LAU: Davvero non capisco come tu non veda la violazione delle regole da parte altrui prima, e la tua stessa dopo.
Dare del troll ad altri, come hanno fatto Enrigolett e Bifidus, ricade CHIARAMENTE nei commenti ad personam, che su questo sito sono NOTORIAMENTE da evitare. O forse pensavate che le regole valessero solo per gli altri?
Intervenire a tua volta e parlare di censura, quando si tratta di fare semplicemente rispettare l’unica regola che abbiamo, è tanto ridicolo quanto a sua volta OT.Non capisco davvero quale sia la parte difficile da capire.
In ogni caso, il thread non è stato certo chiuso per impedirti di rispondere, quindi se hai qualcosa da dire mandamelo in E-mail e io lo pubblico.(Dopodichè evita ovviamente di postare con il nick della tua ragazza, altrimenti il ban dovrà essere esteso anche a lei).
Se fra un pò di tempo vorrai tornare a postare, fatti vivo e non ci saranno problemi.

Il ridicolo non ha confini!
"Dare del troll ad altri..."
Dare dell' assassino ad uno che ha appena ucciso e ha ancora le mani sporche di sangue è perfettamente legittimo. E l' intento provocatorio di Bambooboy era più che mai evidente. Vedo che urge una ridefinizione di "troll". Dalla tu e vediamo se in base a questa nuova definizione si potrà a ragione ricordare il "don't feed the troll" nel caso in questione.
" ...come hanno fatto Enrigolett e Bifidus, ricade CHIARAMENTE nei commenti ad personam, che su questo sito sono NOTORIAMENTE da evitare"
Dunque: il post #3 di Ashoka è passato inosservato. Stessa cosa dicasi sul #4 di Santaruina. Magari si facevano velate allusioni "ad personam", potremmo capirlo. Ma il #12 di goldstein in cui si accusa palesemente di malafede senza minimamente sfiorare il tema della discussione appena aperta? Che ne è stata della NOTORIETA' di questa regola del sito? E che dire di Pausania che in seguito non farà altro che provocare e nella più gentile delle sue espressioni tira in mezzo l' "infangatore di turno"? Mi fermo qui: tutta la discussione è stata, come già detto, una discarica a cielo aperto di alcuni VIP. Vergognati!
"O forse pensavate che le regole valessero solo per gli altri?"
Assolutamente NO: io penso che le regole ci siano. Formulate in modo tanto idiota che fare di peggio sarebbe una impresa. E sono applicate in modo corrottissimo. Per cui non sei minimamente autorizzato a citare il già risibile (all' atto pratico) "La legge è uguale per tutti".
"Intervenire a tua volta e parlare di censura, quando si tratta di fare semplicemente rispettare l’unica regola che abbiamo, è tanto ridicolo quanto a sua volta OT."
Infatti è stato censurato. Quindi: alla resa dei conti si è dimostrato tutt' altro che ridicolo e purtroppo tu stesso l' hai reso ... IT. Semplicemente precorreva i tempi (Facile profeta anche lui:D!)
"Non capisco davvero quale sia la parte difficile da capire."
La tua capacità di comprensione si è già dimostrata molto limitata anche altre volte. Ma davvero rasenti il subnormale in questo caso.
"Se fra un pò di tempo vorrai tornare a postare, fatti vivo e non ci saranno problemi."
Perchè mai non dovrebbero esserci problemi? Forse il moderatore è stato un pò affrettato nel bannarlo? E il "fra un pò di tempo" mi fa veramente sorridere, ma non approfondisco per non dar parvenza di profondità alla stupidità.

Infine: questo chiudere la discussione e in seguito approfittare della vietata possibilità di replica è davvero poco onorevole da parte tua. Sei un vigliacco dunque. E scusa se sono troppo diretto, ma io sono abituato a chiamare le cose con il loro proprio nome.
Adieu!




lunedì 28 maggio 2007

Gl’infangatori

Negli scorsi giorni i pochi assidui lettori e i casuali visitatori di passaggio hanno potuto assistere a un "simpatico siparietto" in questo Blog. Infatti ho avuto l' onore di un intervento di uno dei guru di Luocomune: Santaruina. Il nostro ha ritenuto di intervenire in merito a una questione, che ormai ritenevo chiusa ed assolutamente marginale rispetto agli argomenti trattati nel frattempo, lamentando di non essere stato a tempo debito informato su un mio commento in questa sede che lui ha percepito come una "presa per il culo" nei suoi confronti.

Era il 16 Aprile anno domini quando, nel bel mezzo della discussione Sull' OT, avevo pensato di sottolineare un suo intervento, dedicandogli un minipost nel Blog dal titolo Il Sistema. Non ho alcun problema ad ammettere che la mia battuta si basava su un suo intervento malinteso. Ma vorrei comunque far notare che qualche volta un piccolo sforzo da parte sua nel rendersi più comprensibile non nuocerebbe a nessuno, se non forse all' immagine ammantata di Sacro che egli di sé vuol dare. Inoltre, il post è nato anche sulla scia di alcuni precedenti contributi alla discussione, in cui, diciamo così, ha dato tutt'altro che brillante prova della sua intelligenza.

Tutto ciò era passato e in parte dimenticato, come detto, essendo che nel frattempo c' è stato il famigerato Matrix 7, Il testimonial, la serie Domande a un esperto, la discussione sul "Seven is exploding" su LC e il conseguente Something's exploded qui. Argomenti ben più sostanziosi quindi della gestione assolutamente arbitraria del forum di un sito che ha un raggio di azione tutto sommato piuttosto modesta. Eppure, Santaruina ha ritenuto di dover intervenire qui ora, con ingenuo(?) e colpevole ritardo, riportando l' attenzione nuovamente sull' umanissima ipocrisia che pervade LC. Lo accontento dunque, dando nuovo lustro al problema, visto che con sdegno si è scomodato per portare anche qui la stessa spazzatura di LC. Il santissimo infatti, noncurante della universalità del concetto di "fuori tema" (ossia l' OT), si è sentito in diritto di sporcare queste pagine, farfugliando cose sconnesse sulla (s)correttezza, sulla buona fede e sullo stile di LC, in un post che aveva come fine quello di ringraziare una altra persona della disponibilità.

Si è dunque portato il suo bel carretto di fango e letame da casa per scaricarlo in un post che nulla c' entrava, cadendo così nel più deprecabile degli OT. Tuttavia, nel tentativo di salvargli quel barlume di fievole intelligenza che ancora gli riconosco, cerco di inquadrare questa sua idiotissima mossa in un più ampio contesto, quale è il concertato tentativo di infangare e screditare ciò che di buono si è riuscito ad ottenere dando risalto alle logiche assurde rilevate nella "prova incontrovertibile". Nulla di nuovo: devo osservare che in mancanza di argomenti validi (e di onestà intellettuale) si fa sempre ricorso a questo che, ai meno dotati, potrà comunque sembrare un "rimedio", per quanto estremo. Ed è proprio alla luce di ciò che ho tentato di ridimensionare la polemica personale e nel frattempo di rendere di una qualche utilità la sua presenza su queste pagine, cercando di convogliarne l' attenzione sulle risposte qui date da Henry62. Ma come già detto e visto con altri "leoni" (e quindi in modo facilmente prevedibile) il nostro santone si è fatto nebbia d' un tratto, sfuggendo il confronto con la preparazione di un esperto e pienamente legittimando questa sua stessa frase: "c' è chi cerca la verità e chi cerca la polemica".

Amen, fratello.


mercoledì 23 maggio 2007

Grazie

A qualche giorno dal termine delle "Domande a un esperto", mi sento in dovere di ringraziare pubblicamente Enrico Manieri (Henry62), che si è dimostrato estremamente disponibile nel voler dedicare parte del suo tempo a questo blog. E siccome da ciò non poteva ovviamente trarre alcun vantaggio di tipo economico o di ritorno dal punto di vista dell' immagine, la sua cura nel rispondere nel modo più comprensibile possibile a una persona "della strada" diventa ancora più lodevole.

Naturalmente molte delle mie perplessità in merito all' 11/9 sono rimaste ma, nonostante questo, non ho potuto che apprezzare (e in parte fare mio) il suo approccio "lucido" alle varie problematiche che gli venivano mano a mano sottoposte. In un contesto drammatico che è caratterizzato da ombre più o meno spaventose e da fantasmi e mostri di sana pianta inventati, penso che una sana Ragione possa essere l' unica guida che conduca alla Verità.

Per dovere di cronaca, devo anche far notare che a fronte di un piccolo record di accessi del blog riscontrato in quei giorni, la totale assenza di partecipazione nei commenti è stata una costante, salvo un ridicolo attacco personale, che non sarebbe nemmeno degno di nota se non fosse per la sua pochezza. Aggiungo che a più riprese diversi utenti, che su luogocomune fanno la parte dei leoni e che hanno indubbiamente conoscenze tecniche ben superiori alle mie, hanno cortesemente declinato l' invito al confronto.

Vorrei però limitare questo breve post al dar risalto agli aspetti positivi di questa esperienza dell' "intervista" a Henry, che è stata estremamente stimolante (spero anche per il silente pubblico), nonché momento di crescita e arricchimento personale a diversi livelli, pur non ritrovandoci infine in sintonia su ogni singolo aspetto dell' argomento trattato. Per i motivi fino ad ora detti lo ringrazio quindi nuovamente e tengo a fargli presente che in questi giorni si è meritato l' unica cosa che avrebbe potuto guadagnarsi: la mia stima (e per quanto non potesse saperlo in anticipo, avrà nel frattempo scoperto che non sono solito regalarla J )!

martedì 22 maggio 2007

La Carta dei Doveri

Nel corso di alcune recenti discussioni mi sono posto qualche domanda sul giornalismo e su qualche aspetto riguardante l' informazione in generale. Per tentare una risposta ai quesiti, penso che il punto di partenza d' obbligo sia una attenta lettura della Carta dei doveri del giornalista. Tenendo infatti questa ben presente, il lettore potrà ancora più facilmente farsi una opinione propria sulla correttezza deontologica di qualunque testata giornalistica gli capiti tra le mani o la credibilità di qualsiasi altra forma di comunicazione che aspiri ad essere fonte di Informazione.

Pur dando per scontata la vitale importanza di ogni singola parola contenuta nel documento, vorrei però sottolinearne qui alcuni passi in particolare, che al momento ritengo essere di maggior interesse:

Premessa
… Il rapporto di fiducia tra gli organi d'informazione e i cittadini è la base del lavoro di ogni giornalista. Per promuovere e rendere più saldo tale rapporto i giornalisti italiani sottoscrivono la seguente Carta dei doveri.
Principi
Il giornalista deve rispettare, coltivare e difendere il diritto all'informazione di tutti i cittadini; per questo ricerca e diffonde ogni notizia o informazione che ritenga di pubblico interesse, nel rispetto della verità e con la maggiore accuratezza possibile.
La responsabilità del giornalista verso i cittadini prevale sempre nei confronti di qualsiasi altra.
Il giornalista corregge tempestivamente e accuratamente i suoi errori o le inesattezze, in conformità con il dovere di rettifica nei modi stabiliti dalla legge, e favorisce la possibilità di replica
Il giornalista rispetta sempre e comunque il diritto alla presunzione d'innocenza.
Il giornalista non deve omettere fatti o dettagli essenziali alla completa ricostruzione dell'avvenimento. I titoli, i sommari, le fotografie e le didascalie non devono travisare, né forzare il contenuto degli articoli o delle notizie
Non deve intervenire sulla realtà per creare immagini artificiose.
Doveri
Responsabilità del giornalista:
Il giornalista è responsabile del proprio lavoro verso i cittadini e deve favorire il loro dialogo con gli organi d'informazione. E si impegna a creare strumenti idonei (garanti dei lettori, pagine per i lettori, spazi per repliche, ecc.) e dando la massima diffusione alla loro attività.
Rettifica e replica
Il giornalista rispetta il diritto inviolabile del cittadino alla rettifica delle notizie inesatte o ritenute ingiustamente lesive.
Rettifica quindi con tempestività e appropriato rilievo, anche in assenza di specifica richiesta, le informazioni che dopo la loro diffusione si siano rivelate inesatte o errate, soprattutto quando l'errore possa ledere o danneggiare singole persone, enti, categorie, associazioni o comunità.
Il giornalista non deve dare notizia di accuse che possano danneggiare la reputazione e la dignità di una persona senza garantire opportunità di replica all'accusato. Nel caso in cui ciò sia impossibile (perché il diretto interessato risulta irreperibile o non intende replicare), ne informa il pubblico. In ogni caso prima di pubblicare la notizia di un avviso di garanzia deve attivarsi per controllare se sia a conoscenza dell'interessato.
Presunzione d'innocenza
In tutti i casi di indagini o processi, il giornalista deve sempre ricordare che ogni persona accusata di un reato è innocente fino alla condanna definitiva e non deve costruire le notizie in modo da presentare come colpevoli le persone che non siano state giudicate tali in un processo.
Il giornalista non deve pubblicare immagini che presentino intenzionalmente o artificiosamente come colpevoli persone che non siano state giudicate tali in un processo.
In caso di assoluzione o proscioglimento di un imputato o di un inquisito, il giornalista deve sempre dare un appropriato rilievo giornalistico alla notizia, anche facendo riferimento alle notizie ed agli articoli pubblicati precedentemente.
Le fonti
Il giornalista deve sempre verificare le informazioni ottenute dalle sue fonti, per accertarne l'attendibilità e per controllare l'origine di quanto viene diffuso all'opinione pubblica, salvaguardando sempre la verità sostanziale dei fatti.
Informazione e pubblicità
I cittadini hanno il diritto di ricevere un'informazione corretta, sempre distinta dal messaggio pubblicitario e non lesiva degli interessi dei singoli.
I messaggi pubblicitari devono essere sempre e comunque distinguibili dai testi giornalistici attraverso chiare indicazioni.
Il giornalista è tenuto all'osservanza dei principi fissati dal Protocollo d'intesa sulla trasparenza dell'informazione e dal Contratto nazionale di lavoro giornalistico; deve sempre rendere riconoscibile l'informazione pubblicitaria e deve comunque porre il pubblico in grado di riconoscere il lavoro giornalistico dal messaggio promozionale."

I principi affermati dalla "Carta dei doveri del giornalista" sono apparentemente di facile ed immediata comprensione. Eppure nella pratica, ogni singolo giorno abbiamo molteplici esempi in cui, professionisti di qualunque livello, contravvengono in maniera più o meno palese a queste "linee guida". Facile quindi figurarsi cosa succeda quando si è di fronte a una informazione per nulla "professionale", fatta da persone non iscritte all' albo dei giornalisti e che perciò non hanno sottoscritto alcuna "Carta"!

Di questo articolo trovato in rete (che tocca diversi temi cari anche a Luogocomune), sottolineo un passo che ritengo pertinente al tema, nonostante ad una prima occhiata potrebbe sembrare il contrario:

"È del resto noto che nell'arena dell'informazione esistono media forti e deboli e fonti forti e deboli. Una fonte debole troverà spazio facilmente su un media altrettanto debole (ammettiamo: un homeless su "Terre di mezzo") ma se lo trova su una fonte forte rischia di esserne strumentalizzato ai fini della spettacolarizzazione e triturato."

La considerazione che vorrei fare è la seguente: posto che la "fonte debole" sia cosciente del pericolo della "spettacolarizzazione", qual' è il linguaggio che molto probabilmente questa si ritroverà ad adottare nella fortunata circostanza in cui venisse interpellata dal "media forte" ?

La forma scelta sarà influenzata dagli obiettivi che la nostra "fonte debole" si sarà posta nel momento in cui si è inserito nella giungla della "Informazione". Per cui, se avrà deciso di "puntare in alto", cercando di guadagnarsi una credibilità e, in seguito, una visibilità ad ampio raggio con l'intento di ottenere un riscontro effettivo conseguente alla espressione delle proprie idee, molto probabilmente opterà per un linguaggio che sia il più "simil-professionale" possibile. Cercherà di presentare i "fatti" nella loro obiettiva completezza, lasciando che la parte soggettiva dell' informazione arrivi a chi ne fruisce in modo "indiretto". E più la platea alla quale si rivolgerà sarà vasta, più il linguaggio dovrà tendere almeno ad una convincente parvenza di oggettività, pena perdita in breve tempo dell' interesse di gran parte del pubblico stesso, penalizzato anche dall' essere partito con l' handicap di essere la parte debole.

Ragion per cui, l' homeless dell' articolo citato dovrà presentarsi all' appuntamento con il grande pubblico non solo estremamente preparato ed inattaccabile su tutti i fronti, ma avendo avuto premura di non scontrarsi in precedenza con l' homeless della panchina affianco e anzi, nella migliore delle ipotesi, avendo preventivamente costituito una solidissima "associazione degli homeless", sul cui sostegno potrà sempre contare in nome della causa comune.
A mio modesto parere però, malgrado la possibile abilità dimostrata nell' adottare tutti gli accorgimenti possibili anche nel linguaggio del media scelto per veicolare il proprio messaggio, la "fonte debole" è comunque destinata a soccombere . Finisce per essere sepolta dalla valanga delle "fonti forti" che sono più avvezzi e smaliziati nello sfruttare le piene potenzialità del "media forte", nonché favoriti da un accesso più agevole a questo. E c' è anche da tenere presente che purtroppo la "guerra tra poveri" è evento piuttosto frequente, per cui nonostante l' alleanza temporanea, il nostro homeless si ritroverà solitario a ritrovare il suo spazio sulle "Terre di mezzo", dove non avrà alcuna difficoltà a sfondare le porte già aperte, magari rinvigorito e rincuorato anche dal quarto d' ora di celebrità goduta.

La fonte debole non ha quindi "speranze"? Certo che sì: se virtuosamente si ispirerà alle linee guida della "Carta dei doveri", persone di buona fede e volontà vi attingeranno sempre, ma non riuscirà comunque mai ad estendere le proprie idee al grande pubblico. A meno che non riesca ad inserire il proprio discorso in "giochi di potere", a cui prenderà parte almeno fino al raggiungimento del proprio obbiettivo, con buona pace di sostanziosa fetta della "Carta dei doveri del giornalista".

Ad ogni modo, non vi è obbligo del "giornalista fatto in casa" e quindi non iscritto all' albo di adeguarsi ai principi della Carta. Semplicemente dovrà tenere conto del fatto che la giungla dell' Informazione, tra i tanti elementi che vi incidono, ha anche una sua "selezione naturale". E l' homeless di cui sopra, soprattutto se privo di appoggi esterni, ha una capacità di influenzare l' opinione pubblica (e quindi di sopravvivenza) che è direttamente proporzionale al suo aderire alla "Carta dei doveri del giornalista" e, di conseguenza, inversamente proporzionale all' attaccamento dimostrato alla propria panchina. Non penso dunque che sia di alcuna utilità l' imposizione di un codice deontologico nel loro caso.

Ma come già detto, anche i media danno quotidiana prova di ignorare quanto enunciato nella "Carta". In special modo quelli dichiaratamente schierati ed è il motivo per cui hanno un seguito di pubblico circoscritto il più delle volte al partito cui fanno capo. (E sopravvivono infatti, almeno in Italia, solo grazie ai finanziamenti pubblici…a proposito di "giochi di potere"!)

Buon proseguimento di Informazione a tutte le persone di buona volontà e a quelle che già per natura hanno un occhio sempre vigile !


lunedì 21 maggio 2007

Something’s exploded

Con le seguenti poche righe vorrei segnalare a tutti coloro che ignoravano l' esistenza della discussione (ospitata nei forum di Luogocomune) "Seven is exploding – La prova incontrovertibile", o non hanno avuto la pazienza di seguirla con la dovuta attenzione fino alla fine: si è giunti alla conclusione sin da subito auspicabile. Infatti quel che in preda all' euforia di una nuova "scoperta" è stata affrettatamente definita "una prova incontrovertibile", è stato così rivisto da Mazzucco al post #362 : "Avendo coscienziosamente valutato tutte le variabili possibili, non posso che giungere alla conclusione che la mia sia una opinione dovutamente argomentata e che abbia perciò piena legittimità (ed è tra l' altro la spiegazione più probabile al crollo del WTC7). Devo però anche riconoscere che alcuni fattori, di cui in perfetta buona fede io non ho precedentemente tenuto conto, fanno sì che purtroppo al momento non si possa parlare di "prova incontrovertibile".

Non esiterei perciò ad adattare alla circostanza una frase che è passata alla storia: "Un piccolo passo per Mazzucco, un grande salto per la ricerca della Verità sull' 11/9"

Durante l' evolversi di questo animato e animoso confronto si è assistito a una marea di fallacie della Logica, tra le quali però la parte della protagonista assoluta l' ha avuta a mio parere la "fallacia ad personam". Ci è voluto tutto il buonsenso, la buona volontà e la pazienza di Mazzucco che ad un certo punto ha voluto privare la discussione di tutti gli orpelli non necessari che la avevano nel tempo più volte appesantita e sviata (post #352). Questo suo intervento inoltre è stato decisivo per poter finalmente confrontare e contrapporre serenamente i vari elementi, da cui si è poi giunti alla conclusione che ho ritenuto opportuno segnalare a tutti i visitatori di questo blog, visto che all' articolo "Seven is exploding", da cui la discussione ha avuto origine, era stato dato particolare risalto. Tanto da essere stato pubblicato anche su siti esteri di notevole importanza. (Penso che l' errata corrige Mazzucco non tarderà anche in quelle sedi.)

Considerato che "errare è umano" e che solo "chi non fa non sbaglia", è evidente che coloro che in prima persona si espongono nella ricerca di una piena e dovuta chiarezza in merito agli accadimenti dell' 11/9 sono particolarmente esposti a questo pericolo.

Vorrei dunque fare pubblico elogio all' onestà intellettuale dimostrata da Mazzucco con il suo ridefinire la questione in termini più equilibrati e vorrei con rinnovata stima augurargli il maggior successo personale possibile (forte anche della esperienza appena acquisita), conscio che ciò coinciderebbe con il beneficio di tutti coloro che sono avidi di Verità.


 


 

Hahahahaha!

Bel pescione d' aprile (in pieno maggio) ai miei cari lettori! Ammettetelo: per un attimo ci avete creduto. Magari qualcuno sarà anche corso a verificare la discussione ancor prima di arrivare qui! Vi prego di non avercela con me: la mia amarezza è pari solamente a quella di chi realmente cerca di capire quello che è successo l' 11/9, senza avere preconcetti di alcun tipo !

Tutto questo era evidentemente uno scherzo, perché la triste verità è: nonostante la Logica sia palesemente contraria, sul sito Luogocomune il "Seven is exploding" è ad oggi ancora ritenuta da alcuni una "prova incontrovertibile" della demolizione controllata del WTC7.

La triste realtà è che ci possono essere ben poche ipotesi che spieghino un modo tanto idiota di condurre una discussione:

  1. L' ignoranza non è mai beata e soffre tremendamente il confronto con la realtà
  2. L'orgoglio è talvolta superiore all' intelligenza
  3. L' ipotesi 2 è ancora più facile che si verifichi quando la massima intelligenza dimostrata è quella vista nel corso della discussione appena terminata
  4. Malafede talmente radicata da non riuscire più a celarla

Non mi sbilancio al momento sulla causa più probabile: chiunque in futuro rileggerà la discussione potrà ritrovare ognuno di questi elementi in percentuali diverse nei diversi momenti del confronto.

L' uscita di scena "spettacolare" di Mazzucco probabilmente abbaglierà i suoi seguaci meno fortunati, ma ciò non toglie che egli abbia perso una ottima occasione per acquisire credibilità anche in chiave futura.


 

venerdì 18 maggio 2007

Domande a un esperto: #12

Domanda:



Dove è finito l’ aereo UA93, che la teoria ufficiale vuole essersi schiantata in Pennsylvania a causa degli stessi passeggeri ribellatisi ai dirottatori, visto che dalla foto del punto d’impatto indicato non si scorgono rottami di alcun tipo?



.


Risposta:


A questa domanda la risposta, chiaramente per me, non può che essere una: il volo UA93 è caduto a Shanksville, in un terreno soffice di riporto di un’ex miniera a cielo aperto ricoperta.
Le fotografie del processo Moussaoui, protocollate e facenti parte delle prove a carico, sono del tutto evidenti e, ricordo, sono delle PROVE anche in senso giudiziario.Di UA93 sono state ritrovate le scatole nere, i resti delle vittime, i rottami dell’aereo, motori compresi: non credo che possano sussistere altri dubbi in merito.
Ti allego comunque le immagini protocollate relative allo schianto del volo UA93.




Domande a un esperto: #8-11

Domanda #8:

Come si spiega il danno risibile sulla facciata stessa, documentato dalle foto prima del suo crollo?

Risposta:

Non definirei risibile il danno in facciata al Pentagono. Questa affermazione è alla base degli errori che filmati e pubblicazioni complottiste continuano a diffondere. L’errore è dato principalmente dal fatto che nelle primissime immagini disponibili, buona parte del piano terra del Pentagono nella zona impattata non era visibile perché coperta dal getto degli idranti dei pompieri.Se si analizza la reportistica Asce già menzionata, è del tutto evidente che il buco piccolo in facciata al Pentagono è una leggenda metropolitana, che viene ribadita semplicemente perchè non si pone l’adeguata attenzione alle fonti documentali.Conoscendo la misura dell’ampiezza di una finestra del Pentagono (1,52 metri), chiunque può fare le misure in scala per valutare l’entità dei danni in facciata al Pentagono prima del crollo della facciata.Sottolineo inoltre che il crollo della facciata, avvenuto una ventina di minuti circa dopo l’impatto, era già preannunciato da un cedimento verticale della facciata stessa, evidente se si osserva la linea del profilo superiore della facciata prima del crollo; in coincidenza con la linea di giunzione dell’edificio, la facciata è abbondantemente "scesa" di livello


Domanda #9:

Come è stato possibile risalire al dna di tutte le vittime?

Risposta:

Su questo argomento non ti posso rispondere, perché esula completamente dalle mie specifiche competenze.Dovresti interpellare uno specialista di quel tipo di esami


Domanda #10:

Come si spiega il fatto che delle tante telecamere dislocate attorno al Pentagono, a distanza di quasi 6 anni non sia stato rilasciato un solo video in cui l’aereo sia chiaramente e incontestabilmente visibile?

Risposta:


Il problema vero è, credo, prima di tutto sapere se può fisicamente esistere un filmato in cui si veda "chiaramente ed incontestabilmente", come tu chiedi, non solo un aeroplano, ma direi proprio il volo AA77, perché anche se si vedesse un aereo simile per modello, si potrebbe sempre obiettare che potrebbe essere un aereo identico ma radiocomandato.Dato che l’identificazione sarebbe possibile tramite il tail-number e/o le altre caratteristiche esterne di un qualche rilievo, dubito che possa fisicamente esistere una prova di questo genere, e se anche uscisse un filmato con ben chiaro il tail-number, sono certo che qualcuno direbbe che è impossibile che un aeroplano che viaggia a 850 Km/h possa essere ripreso in quel modo e che quindi il filmato è falso. Credo non ci sia alternativa: se il filmato non esce, è la prova, secondo i complottisti, che nessun aereo è impattato; se dovesse uscire ma non essere identificabile, sarebbe per qualcuno la prova dell’uso di un aereo radiocomandato; se uscisse e fosse anche identificabile, sarebbe la prova di una manipolazione.Io resto scettico sulle possibilità che qualcuno possa cambiare idea semplicemente per l’esistenza di un filmato: l’atmosfera è ormai irreversibilmente avvelenata dalle ipotesi di complotto e dai sospetti serpeggianti.In merito all’esistenza di un qualunque filmato che mostri qualcosa in merito all’impatto e all’aeroplano, io penso che possa anche esistere ed essere forse un giorno rilasciato, ma personalmente non cambierebbe il mio modo di vedere la questione, così come non l’hanno cambiato i due filmati ad oggi rilasciati.

Domanda #11:

Il "rapporto Murru" come si inserisce in questo contesto?

Risposta:

Non esiste alcun "rapporto Murru", nel senso proprio del termine che viene attribuito comunemente nel mondo della comunicazione, inteso cioè come un dossier di PROVE che documentano eventi criminosi, tanto è vero che lo stesso ambiente "complottista" si è diviso sulla validità dell’analisi.
Murru ha effettuato un’analisi singola ed incrociata dei due filmati rilasciati in seguito a richiesta Foia, dopo la conclusione del processo Moussaoui, relativi alle riprese delle telecamere di sorveglianza del Pentagono, giungendo alla conclusione che questi filmati presentino delle alterazioni.
Questa analisi, a volte anche molto complessa - ricordo che la complessità di un’analisi, in genere, si accompagna da una scarsa intelleggibilità per i non addetti ai lavori - è stata sviluppata partendo da alcune ipotesi di base date per acquisite, e si è articolata per passi successivi fino a giungere a comprendere anche una valutazione di modelli grafici tridimensionali con telecamere virtuali.Si tratta certamente di un buon esempio di come si dovrebbe procedere, ma è secondo me viziata alla base da una considerazione piuttosto banale ma fondamentale.Come ho a suo tempo accennato in questo articolo, il problema che si pone quando si analizza con gli occhi di un consulente tecnico la composizione di un elemento multimediale, come può esserlo un’immagine, una registrazione audio e, in misura ancora maggiore un filmato, è che la modalità di codifica dell’informazione impatta in maniera anche importante sulla qualità e sulla quantità di informazioni dell’elemento analizzato.
Nell’analisi tecnica non viene focalizzato il contenuto delle immagini, quanto la codifica di questo contenuto che ne consente la diffusione.
Oggetto dell’analisi tecnica è, in pratica, la rappresentazione dell’informazione, non l’informazione.Anche la semplice scelta di un formato piuttosto che di un altro, per i motivi più che validi che sono, per esempio, il consentirne la diffusione tramite supporto digitale ottico o magnetico, determina scelte tecniche anche inconsapevoli che possono inficiare fin da subito un’analisi come quella condotta da Murru.
Voglio essere molto chiaro su questo punto: io non sto dicendo che l’analisi di Murru non sia valida da un punto di vista metodologico, anche se andrebbe verificata e non mi risulta che abbia mai rilasciato i suoi modelli per una verifica indipendente, quanto piuttosto che è impossibile sapere se questa sia o non sia valida in assoluto, perché è stata fatta su una copia dei filmati che è stata codificata esplicitamente per la diffusione e non si sa quanto questa sia diversa, in termini di supporto e codifica, dall’originale.
Per esempio, il filmato originale potrebbe essere stato registrato in analogico su videocassetta a nastro, mentre i filmati distribuiti sono in formato digitale compresso con algoritmi lossy, cioè con procedimenti che, per comprimere le dimensioni, sacrificano alcune delle componenti informative delle singole immagini che, se poco recepibili a livello visivo, potrebbero essere determinanti in analisi come quelle di Murru.
E’ la prima volta che parlo pubblicamente di questa analisi e non vorrei essere frainteso: per me l’analisi si sviluppa con coerenza metodologica, anche se deve ancora essere verificata nella sua componente matematico-trigonometrica, ma certamente è applicata sull’oggetto sbagliato e le conclusioni cui giunge erano già intrinsecamente parte delle ipotesi: i filmati non sono originali, ma questo lo si sapeva fin da subito, visto che i filmati analizzati sono copie digitali di cui non si conosce il livello si uguaglianza agli originali da cui derivano.
Per questo motivo non ritengo si possa parlare di rapporto Murru.Io ritengo che l’analisi fatta sia una bella esercitazione accademica, ma che, prescindendo dai facili trionfalismi riassunti nello slogan "debunkate questo" di mazzucchiana memoria, non può raggiungere alcuna conclusione probante: francamente mi stupisce molto che l’autore, così professionalmente preparato, non abbia colto questa lacuna di base, che è invece evidente a chi ha pratica forense.

giovedì 17 maggio 2007

Domande a un esperto: #6-7

Domanda #6:

Come si spiega l’ assenza di rottami di una certa rilevanza dell’ aereo che avrebbe colpito il Pentagono?

Risposta:

L’assenza di rottami di una certa rilevanza è spiegabile attraverso un concorso di cause che riguardano le condizioni dell’impatto, la struttura ed i materiali dell’aeroplano, la struttura del bersaglio colpito e le condizioni che si sono generate sul bersaglio a seguito dell’impatto.L’impatto è avvenuto ad elevata velocità, contro un bersaglio di alta resistenza, che è stato penetrato secondo una determinata geometria determinata dalle caratteristiche costruttive del palazzo e dalla deformazione/destrutturazione dell’aeroplano. L’aereo, per effetto della elevata velocità di impatto, ha dato origine a frammenti di alluminio e materiali compositi di piccole dimensioni, perché questo è ciò che succede quando le velocità in gioco sono di questo tipo, secondo gli esperti di investigazione degli incidenti aerei, mentre le parti in acciaio vengono normalmente reperite in condizioni più o meno gravi e con livello di disassemblaggio a seconda degli urti che hanno ricevuto, nonché in dipendenza del tipo di materiale contro cui sono impattate. Le immagini che si vedono sui mass media di pezzi consistenti per dimensioni di fusoliere e timoni sono relativi ad incidenti aerei avvenuti in fase di decollo o di atterraggio, manovre caratterizzate da bassa velocità.Se la velocità aumenta, le leghe aeronautiche si comportano come detto.Qualcuno ha volutamente capovolto i termini della dimostrazione logica di assenza di rottami di grandi dimensioni argomentando che persino quando un aereo impatta contro una montagna si vedono pezzi di rottami, ed un edificio non può certo offrire maggior resistenza di una montagna! Questo modo di porre la questione denota malafede, dato che è esattamente per questo motivo, cioè proprio perché un edificio non è più resistente di una montagna, che i rottami scompaiono alla vista esterna. Nell’impatto contro una montagna i rottami restano sulla superficie, nell’impatto contro un edificio, questo subisce comunque una penetrazione ed i rottami penetrano nell’edificio, diventando di fatto non visibili dall’esterno, soprattutto da una certa distanza.Se poi consideriamo che l’edificio si è incendiato e successivamente è parzialmente crollato, mi pare del tutto evidente che i soli rottami rintracciabili siano quelli all’esterno (di piccole dimensioni per la dinamica dell’impatto) e quelli all’interno che hanno le caratteristiche o si sono trovati in situazioni per sopravvivere all’urto e al successivo incendio, quindi parti in acciaio e parti in alluminio che non siano state raggiunte dal calore (perché, per esempio, coperte da uno strato di macerie che le hanno protette dal fuoco).Altra considerazione importante da fare è che esistono filmati, di cui ho personalmente potuto vedere almeno uno spezzone, in cui vengono chiaramente mostrate componenti dell’aeroplano all’interno del Pentagono colpito, come per esempio il fusto del carrello principale in acciaio, parti di cerchione con copertone, pezzi di fusoliera, in particolare forse di un portello (non sono un esperto aeronautico, per cui riconosco il tipo di materiale e la tecnologia di costruzione, ma non la localizzazione di un particolare costruttivo in associazione ad uno specifico modello di aeroplano); esistono inoltre numerose immagini che riprendono rottami dell’aereo sia all’interno che all’esterno del Pentagono.Sono anche convinto che tutto questo materiale sia conservato in qualche deposito e che, prima o poi, verranno date indicazioni in merito alla sua esistenza e località di conservazione.Credo sia opportuno ricordare, inoltre, che di AA77 è stata rinvenuta, all’interno del Pentagono, la scatola nera.----------------------------------------




Domanda #7:

Come fanno ad essere compatibili le dimensioni del danno con le misure di un Boeing 757?


Risposta:


Basta fare delle misure, per rendersi conto che l’entità della zona danneggiata del Pentagono PRIMA del crollo della facciata è compatibile con le dimensioni di un aeroplano della classe dimensionale e di motorizzazione del Boeing 757/200.Non bisogna farsi trarre in inganno dalle dimensioni dell’edificio, che sono veramente importanti.In una mia ipotesi di ricostruzione dell’impatto al Pentagono, riporto questa descrizione dei danni, così come è stata ricavata dalla reportistica Asce (Rapporto ASCEE, "The Pentagon building performance report", 2003), che con un suo team investigativo ha potuto visitare il Pentagono, parlare con testimoni oculari dell’impatto e accedere alla documentazione fotografica disponibile:"La linea di giunzione del Pentagono è all’altezza della colonna 11, mentre dalle immagini ante crollo si vede che la zona danneggiata, dove non è più presente la facciata, parte dalla colonna 8 del piano terra (primo piano secondo gli Americani); sono completamente assenti le colonne 10, 11, 12, 13 e 14. Al primo piano (secondo piano per gli Americani), il danneggiamento completo della facciata inizia dalla colonna 11 fino alla colonna 15, con però le finestre ad alta resistenza ancora al loro posto, nonostante la facciata sia scomparsa nella parte bassa, fra le colonne 11 e 13. La sola colonna mancante a questo piano è quella individuata dal numero 14. I piani superiori al primo (secondo per gli Americani), risultano integri a meno di segni di impatto di frammenti al terzo piano (quarto per gli Americani) sulla destra della zona di impatto. Al piano terra le colonne 9, 15, 16 e 17, risultano pesantemente danneggiate; dopo il crollo, anche la colonna 18 sarà interessata dal collasso della struttura. La zona collassata va dalla colonna 11 alla 18".Se si valutano le dimensioni della zona che ha subito danni, sapendo che la misura dell’ampiezza di una finestra è pari a 1,52 metri (5 piedi), si rileva facilmente che la porzione della facciata che riporta segni esterni di impatto è superiore ai 50 metri, mentre la zona con segni di sfondamento anche parziale dei muri e, secondo quanto descritto in precedenza, anche delle colonne portanti, è di circa 35 metri, in linea con l’apertura alare di un Bo757 che è di 38 metri circa.Le dimensioni dell’edificio, come detto, non rendono immediatamente percepibili queste misure, ma la verifica è piuttosto semplice da effettuarsi.

martedì 15 maggio 2007

Domande a un esperto: #5



Domanda:

Il WTC7 non è stato colpito da nessun aereo. Gli incendi sviluppati al suo interno, stando alle immagini che abbiamo, sono di modesta entità. Come si spiega il suo crollo e come era stato possibile prevederlo con così largo anticipo?


Risposta:


Il crollo del palazzo WTC7 é stato fin da subito caricato di significati misteriosi ed è stato visto come una ulteriore manovra di chissà quali potenti che tramano nell’ombra.
Su questo palazzo si sono concentrate le attenzioni della stragrande maggioranza dei complottisti perché in esso avevano sede enti ed uffici di servizi coinvolti in indagini di grande importanza, ma non solo, io ricordo che qualcuno pensò anche che il palazzo fosse servito come luogo di regia per la direzione dell’intero attacco al World Trade Center e che il suo crollo finale fosse stato il tocco dell’artista per eliminare ogni prova.
Se a questo aggiungiamo la sciagurata frase del “Pull it” del suo proprietario Silverstein, le illazioni sul bunker d’emergenza del sindaco di New York, la presenza di archivi riservati e anche qualche ufficio dei servizi di sicurezza, il cocktail avvelenato per il WTC7 è servito!Fino alle recentissime immagini in cui si vedono gli enormi squarci nella facciata Sud del palazzo (quella rivolta verso le Torri Gemelle), qualcuno negava persino che il palazzo fosse stato danneggiato dal crollo della Torre Nord, che invece era incombente proprio sul WTC7.Qualcuno vorrebbe negare anche i furiosi e diffusi incendi che, per ore, dopo il crollo del WTC1, hanno imperversato nell’edificio, ormai privo di sistemi antincendio attivi per l’interruzione delle linee idrauliche a causa del crollo del WTC1.
In questo senso, mi permetto di far notare che anche la tua domanda risente di questi pregiudizi: l’edificio 7 è stato oggetto di furiosi incendi, diffusi su più piani, che si estendevano su interi piani, come da evidenze fotografiche e filmate, e che hanno trovato alimentazione nei numerosi serbatoi di olio combustibile presenti su diversi piani del palazzo.
Se poi aggiungiamo che il palazzo sorgeva sopra la centrale elettrica Con-Ed che garantiva l’energia elettrica all’intero complesso, il quadro della difficoltà di controllare un incendio di simili proporzioni e drammaticità è completo.Non si tratta affatto di due focolai isolati, come viene erroneamente detto, ma di veri e propri incendi che hanno imperversato per ore.
A supporto di quanto affermo, inviterei i lettori a visitare i seguenti siti:
http://11-settembre.blogspot.com/2007/05/nuove-evidenze-fotografiche-dei-danni.html
http://11-settembre.blogspot.com/2007/04/wtc7-nuove-prove-da-vecchie-fotografie.html
http://www.debunking911.com/pull.htm

ed in merito al reale livello degli incendi:
http://www.911myths.com/html/wtc7_fire.html

Altri articoli molto interessanti sono reperibili in questo elenco:
http://undicisettembre.blogspot.com/search/label/WTC7

Tornando al palazzo, è vero che non è stato colpito direttamente da alcun aeroplano, ma è altrettanto vero che è stato investito dalle macerie della Torre Nord: le evidenze fotografiche che riporto nel mio blog testimoniano che anche durante la primissima fase del crollo del WTC1 il WTC7 nono presentava evidenti segni in facciata e nessun tipo di fumo usciva dal palazzo; durante il crollo del WTC1 e immediatamente nel sollevarsi la polvere, il WTC7 è stato colpito da più incendi, al punto che l’intera facciata era una fonte di fumo denso e cupo.
Se prendiamo una fonte certamente non ufficialista, come il nuovo filmato Loose Change Final Cut, vediamo nel trailer, recentemente diffuso, proprio due spezzoni di filmato relativi alla facciata Nord, del WTC7 e alla facciata Sud: nel primo si vedono focolai di incendi ardere all’interno del palazzo, nel secondo si vede parte dello squarcio in facciata e, a fianco di esso, lingue di fuoco alzarsi in mezzo alle nuvole di fumo. Le altre facciate, come visibile dalle immagini nei siti indicati, erano in condizioni se possibili peggiori, con lingue di fuoco che fuoriuscivano dalle finestre.
Ricordiamo inoltre che il palazzo, costruito interamente in acciaio (anche se il sito complottista Luogocomune lo ha definito per molto tempo e fino a pochissimo fa, un grattacielo in cemento armato! Chiaramente era del tutto sbagliato), sorgeva sopra una centrale elettrica e che, rispetto al progetto originale, l’area dei piani commerciali era stata aumentata, imponendo un aumento della superficie ed un disallineamento di parte delle colonne portanti rispetto alle iniziali posizioni delle fondamenta. Ciò ha comportato la realizzazione di una struttura a cantilever a livello del 5-7° piano del palazzo, con strutture supplementari di supporto dell’ala orientale (la prima a crollare) che, rispetto al progetto iniziale, era completamente esterna alle fondazioni incorporate nella centrale elettrica.
Il WTC7 era quindi un edificio molto particolare, con una struttura portante asimmetrica, nonostante l’apparente simmetria esterna dell’edificio, ed il suo crollo è da imputarsi ad un collasso dell’ala orientale che si è propagato in diagonale all’intero edificio, secondo la dinamica di un collasso progressivo.
L’organismo tecnico di investigazione NIST non ha ancora rilasciato il report definitivo sul WTC7, ma esite già documentazione tecnica che descrive le caratteristiche del palazzo, così come la rete interna di pipino dell’olio combustibile, rete particolarmente estesa e , per una parte, in pressione.Dopo il crollo del WTC1 la facciata meridionale del palazzo 7 era profondamente segnata da uno squarcio alto all’incirca 20 piani e, dalle testimonianza dei pompieri, si apprende che l’edificio emetteva rumori di crolli parziali e sinistri scricchiolii che ne preannunciarono il collasso.
Data la situazione disperata del quartiere colpito, il palazzo7 venne evacuato ed il suo crollo non provoco direttamente delle vittime, anche se sembra che almeno un reporter sia stato investito dalle macerie e abbia trovato la morte a causa indiretta del WTC7.
Esistono anche testimonianze filmate di poliziotti rimasti feriti nell’atrio del WTC7 durante il crollo della Torre Sud, il WTC2, cioè la prima torre a crollare collocata a maggiore distanza dal palazzo.
Durante questo primo crollo l’atrio di ingresso del palazzo è stato distrutto dallo spostamento d’aria, con rottura delle vetrate e crollo di rivestimenti murali, ma senza la presenza di incendi.

Vorrei sottolineare, viste le polemiche recenti sul “seven is exploding”, che esistono prove fotografiche ed innegabili che in nessun modo il WTC7 è stato oggetto di esplosioni interne, visto che l’edificio appare integro e non emette fumo da alcuna parte in nessun momento, fino al crollo delle Torri Gemelle.


domenica 13 maggio 2007

Domande a un esperto: #4

Domanda:

In che modo si possono spiegare le tante esplosioni documentate dai vari filmati, nonché riportate dall’ interno delle torri gemelle da numerose testimonianze a caldo, della cui autenticità non c’ è motivo di dubitare?

Risposta:

Penso che la domanda sia malposta, perché dà per scontato ciò che scontato non è affatto.
Prima di parlare di esplosioni si dovrebbe avere più dati, perché di fatto le esplosioni che tu citi sono solamente dei boati, cioè rumori che potrebbero essere anche di esplosioni, ma potrebbero anche non esserlo.
I boati che sono riportate dalle testimonianze, se vogliamo parlare di esplosioni, sono per me riconducibili a deflagrazioni di vapori di carburante avio penetrato nei vani degli ascensori, a scoppi di contenitori in pressione o sotto vuoto per il calore e a boati di crolli parziali all’interno degli edifici, oltre a particolarità locali che potrebbero avere avuto un ruolo nella Torre Sud (mi riferisco alla presenza di batterie in gruppi statici di continuità), ma è un discorso molto complesso che non è il caso di affrontare qui.

Nel caso delle testimonianze è importante evidenziare che poliziotti e pompieri parlano di “explosions” riferendosi anche a spostamenti d’aria particolarmente violenti, provocati anche dal crollo di piani interni o di edifici, non necessariamente da esplosioni di esplosivo.

Non c’è alcuna testimonianza che descriva un’esplosione nel senso proprio del termine, ma solo effetti indiretti che sono presenti ANCHE nelle esplosioni, ma non solo.

In genere le testimonianze fanno sempre riferimento ad effetti di due tipi: boati, quindi onde di pressione sonore, oppure fiamme.
Le fiamme non sono affatto connesse a detonazioni di esplosivo da demolizione, quindi non sono prova di esplosione di esplosivi, anzi provano probabilmente il contrario, perché le esplosioni provocano un forte spostamento d’aria che è l’esatto opposto di una fireball.Mancano completamente le tracce delle sovrappressioni tipiche di ogni esplosione: in un ambiente chiuso sul perimetro da vetri, come un piano delle Torri Gemelle, una qualunque esplosione di esplosivo ad alto potenziale avrebbe provocato un picco pressorio tale da far andare in pezzi tutti i vetri del piano interessato e ciò invece non si è verificato.
Se ci si riferisce agli sbuffi che escono da una finestra in modo random sulle facciate dell’edificio MENTRE STA CROLLANDO, questi non sono squib di demolizione controllata ma sfogo dell’aria contenuta nell’edificio che, appunto, sta crollando.
Nel caso di demolizione gli squib si determinano per l’esplosione delle cariche che provocano il crollo; nel nostro caso l’edificio sta già crollando e gli sbuffi sono solamente un effetto localizzato della fuoriuscita dell’aria compressa per effetto pistone dal palazzo che crolla.E’ stato stimato che il 70% del volume interno delle Torri fosse aria.

Riassumendo, le testimonianze riportano boati e fiammate, che non sono prove di esplosioni da esplosivi ma certamente possono essere ricondotte anche ad altre cause connesse con serbatoi in pressione, liquidi infiammabili presenti in diversi edifici, depositi di materiale combustibile ed esplosivo nei sotterranei del WTC5 e 6, che non hanno avuto alcun ruolo nel crollo delle Torri ma che, piuttosto, per il crollo delle Torri sono stati danneggiati e coinvolti nell’incendio.
Gli scoppi al WTC5 e 6 sono documentati per quasi tutto il corso della giornata dell’11 Settembre dopo il crollo delle Torri.

Domande a un esperto: #3

Domanda:

Griffin afferma: “La versione ufficiale è resa implausibile da due problemi principali. Il primo è il semplice fatto che il fuoco non ha mai - prima o dopo l'11 settembre - causato il crollo di grattacieli con un'intelaiatura in acciaio. I difensori della versione ufficiale menzionano raramente, se mai lo fanno, questo semplice fatto…
A prescindere dalla professione di Griffin, sono confutabili queste sue affermazioni, dati alla mano? Il kerosene (carburante degli aerei) è in grado di sviluppare il calore necessario per fondere l’ acciaio? Come si spiegano le famose pozze di acciaio fuso presenti alla base delle torri a distanza di diverse settimane dal loro crollo?

Risposta:

L’affermazione di Griffin, che ricordo essere un personaggio di punta del movimento per la verità sull’11 settembre americano, docente emerito di teologia, è divenuta ormai un luogo comune, ripresa da tutti coloro che vogliono parlare di coinvolgimento dell’amministrazione americana in quello che sarebbe un autoattentato.
Se posso capire chi sostiene che qualche struttura governativa potesse avere avuto delle indicazioni e dei sospetti che qualcosa di grave sarebbe potuto accadere e che non ha potuto (voluto secondo alcuni) intervenire, questa affermazione categorica di Griffin presuppone invece un ruolo attivo di apparati deviati che avrebbero minato i palazzi in tempi non sospetti, per poi farli demolire secondo una regia pianificata.
Come tutte le affermazioni categoriche, questa di Griffin deve essere guardata con sospetto e si potrebbe rispondere con un’altra affermazione che è certamente vera, anzi con due affermazioni certamente vere:
1 – nessun edificio alto come le Torri Gemelle è mai stato demolito in modo controllato;
2 – in nessun edificio demolito in modo controllato sono mai state ritrovate pozze di acciaio fuso.

Queste sono due realtà che da sole, secondo la logica dello stesso Griffin, escludono la possibilità di una demolizione controllata delle Twin Towers: se vale la prima di Griffin, allora valgono anche le altre due…
La realtà dei fatti è che l’attacco alle Twin Towers costituisce un unicum nella storia, sia perché non ci sono precedenti di attentati così devastanti, sia perché le Torri Gemelle erano a loro volta un unicum.
Se non si considera la specifica struttura delle Torri e la dinamica dell’attacco, non si può capire come possa essere avvenuto il loro collasso.
E’ un dato di fatto, acclarato e ripetibile in ogni laboratorio della terra, che l’acciaio perde, come ogni metallo, le proprie caratteristiche meccaniche all’aumentare della temperatura.Ad una temperatura di circa 800°C l’acciaio ha perso dal 70% all’80% delle proprie caratteristiche e ciò significa che se anche una struttura è, per esempio, 5 volte ridondante, a quella temperatura cede perché la resistenza strutturale dell’acciaio è ridotta al 10+20% di quella a temperatura ambiente.Se non è chiara questa realtà fisica, è inutile parlare perché c’è della mala fede.
Posso capire che un teologo non sia molto addentro nelle prove meccaniche, ma ciò non significa che una qualunque sciocchezza debba divenire verità rivelata, anche se proviene da un emerito docente di teologia.
Nello specifico, è patrimonio comune di tutti gli ingegneri strutturisti che il principale nemico delle costruzioni in acciaio è il fuoco, tanto è vero che esistono specifiche norme e raccomandazioni tecniche di protezione termica passiva dell’acciaio.
La protezione termica dell’acciaio è ottenuta sia con materiale spruzzato che con lastre di cartongesso utilizzate per separare l’acciaio dalle possibili fiamme - per informazioni sul sistema di protezione passiva antincendio delle Torri Gemelle, vedere: http://11-settembre.blogspot.com/2007/03/protezione-antincendio-nel-world-trade.html
Tutti questi materiali devono avere caratteristiche di bassa conducibilità termica, leggerezza e facilità di posizionamento, quindi devono essere rigidi ma leggeri, con spessori che garantiscano l’isolamento termico.E’ un fatto che tutti questi materiali siano caratterizzati da pressoché nulle caratteristiche meccaniche di resistenza e resilienza, per cui vengono danneggiati da minimi urti.Per esempio, restando nelle Torri Gemelle, la protezione termica all’interno dei vani degli ascensori era stata rilevata come danneggiata o completamente mancante in parti importanti per gli urti dei cavi degli ascensori (esiste anche documentazione fotografica di quanto affermo).E’ del tutto chiaro, quindi, che sui piani impattati (ma non solo su quelli), buona parte della protezione termica sia stata asportata dalla massa di rottami dell’aereo e dai proiettili secondari (oggetti lanciati dall’impatto e facenti parte della normale struttura delle Torri, ma anche arredamento, pareti divisorie, vetri e tutto ciò che era presente all’interno), oltre che dalla vibrazione della struttura metallica.
Quindi l’acciaio è rimasto senza protezione termica: ciò non significa che tutta la protezione termica sia stata rimossa, ma che certamente laddove sarebbe servita di più (cioè nella zona dell’impatto e dei successivi incendi) non era più disponibile.
Secondo me, questa è una mia teoria, questo fatto ha avuto conseguenze devastanti, perché l’isolamento termico è bidirezionale, cioè impedisce al calore dall’ambiente di riscaldare l’acciaio, ma se l’acciaio è riscaldato, impedisce allo stesso di disperdere il calore nell’ambiente…In pratica, la mia ipotesi è che nella zona impattata l’acciaio era rimasto scoperto e immerso direttamente nelle fiamme del materiale combustibile accumulato presso le colonne perimetrali (effetto bulldozer operato dai rottami dell’aereo), mentre nelle porzioni superiori ed inferiori dell’edificio la protezione termica ha impedito la dissipazione del calore delle colonne d’acciaio, che per conduzione ricevevano calore dalle zone rimaste scoperte.Se a questo aggiungiamo che gli impatti hanno resi inservibili i sistemi di protezione attiva antincendio (irroratori a pioggia), ne consegue che il destino delle Torri era segnato fin dal primo impatto e conseguente incendio diffuso su più piani.
Tornando a Griffin, allora, bisogna dire che finora nessun grattacielo, costruito come le Torri Gemelle, aveva mai subito un attacco come quello dell’11 settembre, per cui non ha veramente alcun senso fare questa affermazione attribuendogli un valore probatorio che non può assolutamente avere.
E’ un puro slogan, senza alcuna attinenza con la realtà dei fatti.

Veniamo ora alle altre domande, che sono di risposta molto più sintetica e veloce:
Kerosene e fusione dell’acciaio:

- il kerosene NON sviluppa temperature che possano portare a fusione l’acciaio, ma personalmente ritengo che non ci sia acciaio fuso nelle Torri Gemelle. E’ però del tutto vero che il kerosene ha attivato gli incendi diffusi su più piani del materiale combustibile ivi presente: enormi quantità di carta, mobili in legno e plastica, rivestimenti decorativi e tappeti, attrezzature d’ufficio, liquidi combustibili e recipienti in pressione.

Pozze di acciaio fuso:

- nonostante quanto affermato ripetutamente, non esiste alcuna documentazione di queste famose pozze di “acciaio” fuso. Finora esistono testimonianze, la maggior parte indirette, che parlano di “metallo” fuso, dove ricordo che per metallo si può intendere piombo, alluminio e altri metalli che fondono a metà o meno della temperatura di fusione dell’acciaio. Certamente l’’alluminio fonde, a seconda della lega, dai 490°C ai 640°C e di alluminio, nelle Torri Gemelle, c’era abbondanza, senza considerare lo stesso alluminio di cui erano fatti gli aeroplani che hanno impattato le Torri.

Personalmente ritengo che le colature di metallo fuso dalla Torre Sud fossero alluminio e per un motivo molto semplice e di solo buonsenso: se fosse stato acciaio fuso, avrebbe in brevissimo tempo portato a fusione l’acciaio della zona da cui colava verso l’esterno, ma ciò è escluso dalle evidenze fotografiche, per cui questo metallo fuso NON aveva la temperatura per fondere l’acciaio, quindi non poteva essere acciaio… mi pare evidente senza dover scomodare astrusi calcoli di fisica tecnica.

In quanto alle pozze di acciaio fuso, è stupefacente che non esista una sola immagine di quanto affermato: non è un fenomeno tanto normale vedere acciaio fuso nel cuore di New York e, nonostante le innumerevoli centinaia di fotografie scattate, non ne è uscita ancora una, alla data in cui scrivo, che mostri queste pozze di acciaio.
E’ possibile questa assoluta mancanza di interesse verso un fenomeno tanto inusuale quanto importante?
Nel tempo poi le pozze sono diventate rivoli e addirittura fiumi che scorrevano come lava nel sottosuolo di Ground Zero… secondo me la fantasia ha galoppato generando una delle tante leggende metropolitane, comunque sono pronto a ricredermi quando dovesse essere resa pubblica una adeguata documentazione, ma per ora sono scettico.
Io ritengo che si tratti di metalli fusi che sono sempre presenti nel caso di incendi sotterranei, tipicamente leghe leggere, tanto è vero che ci sono precise testimonianze di metalli fusi sotto il WTC6, che ricordo non essere crollato, e che ci sono testimonianze di metalli fusi anche in superficie, come per esempio i cerchi in lega delle automobili che si sono incendiate.
In merito alle alte temperature presenti a Ground Zero, queste sono molto ben documentate e pienamente compatibili con gli incendi che, a distanza di mesi, ancora infuriavano nel sottosuolo, alimentati dal flusso di aria proveniente dai tunnel della metropolitana presenti al livello più basso dei piani sotterranei di Ground Zero, ma ricordo che le alte temperature rilevate con sensori all’infrarosso (quelle che di solito vengono utilizzate dai complottasti come prove) sono durate alcuni giorni, perché le stesse rilevazioni termiche sono servite per dirigere l’opera di spegnimento dei pompieri degli strati immediatamente prossimi alla superficie, mentre gli incendi durati mesi erano confinati nelle zone più irraggiungibili e non tracciabili con tecniche di telerilevamento termico.
Per concludere, segnalo nuovamente che le demolizioni controllate non producono mai acciaio fuso nelle macerie, per cui anche questo argomentazione andrebbe attentamente valutata ai fini delle affermazioni di Griffin.

sabato 12 maggio 2007

Domande a un esperto: #2


Domanda:

Posto che il crollo delle twin towers non sia stato causato dalle esplosioni di una demolizione controllata, come si spiegano i detriti scagliati ad ampissimo raggio attorno alle torri, tanto da gravemente danneggiare anche gli edifici siti a notevole distanza? E quale altra spiegazione potrebbe avere la loro "polverizzazione" ?

Risposta:

Per poter rispondere a questa domanda, è necessario rifarsi alla struttura costruttiva delle Twin Towers.Si tratta, sostanzialmente, di una struttura tubolare, costituita, semplificando, da una parete esterna portante, le colonne perimetrali, connessa ad una struttura interna costituita da 47 colonne fra loro connesse che costituivano il cosiddetto core.Nel core erano alloggiati tutti gli impianti degli ascensori ed i servizi comuni per un edificio di quelle dimensioni, come la rete dei tubi idraulici, del vapore, dei cavi elettrici, delle scale di emergenza, dei macchinari destinati a garantire l’operatività di ogni servizio operante all’interno dell’edificio, come per esempio il servizio antincendio.Le due strutture, core e parete perimetrale, a sezione rettangolare il core e quadrata la seconda, erano vincolate agli estremi inferiori (fondamenta) e superiori (tramite la hat-truss), in maniera da risultare fra loro strettamente vincolati; ogni piano era costituito da travature reticolari fra loro connesse, irrigidite da uno strato di cemento gettato su una lamiera gracata, in cui le floor-truss facevano da elemento di supporto per i piani e, contemporaneamente, da elemento di congiunzione fra core e struttura perimetrale.Pur essendo vincolate agli estremi, le due componenti verticali portanti (perimetro e core) erano comunque in grado di oscillare entro i limiti consentiti dall’elasticità dell’acciaio e, per smorzare questi movimenti che potevano risultare pericolosi per il senso di sicurezza degli occupanti, non per la tenuta della struttura, ciascun elemento che costituiva le floor-truss era connesso alla struttura perimetrale con degli ammortizzatori viscoelastici, che servivano appunto per attenuare e smorzare le oscillazioni indotte da elementi esterni (tipicamente il vento agente sul perimetro esterno dell’edificio, ma anche terremoti o esplosioni o impatti da aeroplani). Come dicevo, parlando di sezione,si può schematizzare la struttura esterna come un quadrato con all’interno un rettangolo in posizione centrale.E’ evidente l’asimmetria dei collegamenti fra le due strutture, laddove alla regolarità dimensionale esterna della sezione quadrata corrispondeva una sezione del core rettangolare: alcuni lati perimetrali erano connessi ai lati cori del rettangolo con truss di misura minima, laddove i lati lunghi del rettangolo del core erano connessi ai corrispettivi lati del perimetro da floor di lunghezza massima. A complicare ulteriormente la situazione, si pone anche il problema dell’orientamento del rettangolo interno nelle due Torri.Nella Torre Nord, conosciuta come WTC1, caratterizzata dall’antenna televisiva sulla sommità – che per inciso era sorretta dalla hat-truss – l’orientamento del lato lungo del rettangolo del core era lungo l’asse Ovest-Est, per cui, quando l’aereo ha colpito il palazzo nella facciata Nord, ha colpito il core nel lato lungo superiore all’incirca nel mezzo.L’orientamento del core nel WTC2, nella Torre Sud, era ruotato di 90°, per cui il lato lungo del rettangolo del core era orientato secondo la direttrice Nord-Sud, per cui l’aereoplano, colpendo la facciata Sud dell’edificio con traiettoria inclinata verso il basso e verso Est, ha impattato il vertice inferiore destro del rettangolo del core, nel lato corto.Una funzione fondamentale dei floor –truss, oltre a garantire il supporto ai piani commerciali di cui erano la spina dorsale, era anche di garantire il supporto alle forze di taglio agenti in senso orizzontale sulla facciata dell’edificio, in assenza di condizioni straordinarie questa era tipicamente la spinta del vento, garantendo così l’equilibrio delle colonne del core che venivano a loro volta supportate dalla gabbia perimetrale.Per semplificare molto, si può immaginare la struttura degli edifici come due tubi, saldati agli estremi (fondamenta e hat-truss), concentrici, quello esterno a sezione quadrata (pareti perimetrali) e quello interno a sezione rettangolare (core), tenuti in posizione da distanziali vincolati sia alla superficie interna del tubo esterno che alla superficie esterna del tubo interno (floor-truss).Il cemento presente nelle Twin Towers non aveva funzione strutturale, ma garantiva la rigidità dei pavimenti.Chiarito questo, dall’analisi delle fotografie, si evince che le macerie hanno disegnato a livello del suolo una sorta di quadrifoglio per ciascuna torre, con i lobi coincidenti con il lato del perimetro quadrato.Alla luce di quanto chiarito precedentemente, risulta chiaro che questa distribuzione media è determinata dalle caratteristiche strutturali dell’edificio.Resta da capire da dove tragga origine la forza che ha spinto verso ol’esterno le macerie.Innanzitutto dalle immagini e dai filmati è evidente che ad essere proiettate verso l’esterno sono state le colonne perimetrali, mentre quelle del core sono collassate in verticale, con alcune che sono addirittura rimaste ritte per crollare al suolo fra gli ultimi elementi del crollo.Quindi le colonne del core sono sostanzialmente cadute all’interno del perimetro dell’edificio o nella prima prossimità, mentre elementi delle pareti sono state scagliate anche su edifici posti a notevole distanza.Il meccanismo di crollo, pur essendo dovuto a fenomeni diversi che ho spiegato nel mio blog, è sostanzialmente dettato da una massa sovrastante (parte dell’edificio sopra alla zona di impatto dell’aereoplano) che precipita sopra a quella sottostante perché i sostegni verticali della zona impattata, colpiti dall’aereo e poi ammorbiditi dagli incendi, non sono in grado di sostenerne il peso.Messa in movimento, questa massa che crolla vince in millesimi di secondo la capacità strutturale dell’edificio sotto alla zona colpita e lo fa collassare.Il collasso è immediato per ciascuna colonna, visto che lo sforzo interno si propaga nell’acciaio alla velocità del suono nel mezzo, cioè circa 4,9 Km/s.La parte di edificio sovrastante crolla sull’edificio sottostante, agendo come un cuneo, che, scendendo, cerca di allargare le pareti perimetrali che, a loro volta, sono invece trascinate verso il basso e verso il centro dal cedimento del core (solo un numero limitatissimo di colonne del core, quantificabile in 2 o 3, restano ritte) e dall’azione dei floor-truss che collegano saldamente il core alle pareti perimetrali.Questa azione contrastante induce negli elementi orizzontali uno sforzo di trazione, che, al cedimento meccanico, si traduce in una forza di elevatissimo modulo che lancia verso l’esterno le porzioni di pareti laterali cui erano collegati i floor-truss che hanno ceduto.Semplificando moltissimo, succede lo stesso fenomeno che lancia lontano le due parti in cui si spezza un elastico quando la forza di trazione applicata ne supera la resistenza meccanica.Per la polverizzazione, invece, questa è dovuta all’inconsistenza del materiale (cemento, ma anche mobilio e componenti architetturali come muri in carton gesso) che sono imprigionati nella caduta di elementi di notevole massa ed elevata densità.Non ha alcun fondamento l’ipotesi di presenza di esplosivi che provochi lo sbriciolamento del cemento, perché significherebbe una distribuzione capillare su ogni piano e su tutta la superficie di ogni piano di materiale esplodente: non ha alcun senso.

venerdì 11 maggio 2007

Domande a un esperto: #1


Approfitto della gentile disponibilità di Enrico Manieri, alias Henry62, che non necessita di presentazione alcuna per chi da anni in Italia si interessa di 11/9, per fargli una serie di domande a cui mille volte in altre sedi si sarà già risposto, ma senza per questo riuscire a fugare tutti i dubbi.

Bando perciò alle cerimonie ed ecco la prima domanda:

Qual' è l' atteggiamento di fondo dei gruppi di lavoro che si incaricano di smontare volta per volta le "tesi complottiste" rispetto al "9/11 Commission report" ? Lo ritengono esauriente e inoppugnabile in ogni sua parte? (In caso contrario: quali sono le problematiche irrisolte e affrontate con sufficienza?)

Risposta:

Per altri non posso parlare, ma ti dico certamente quale é stata la mia esperienza personale. Io ho iniziato a studiare l'11 Settembre quando Meyssan pubblicò il suo libro in cui sosteneva che al Pentagono non fosse mai caduto un aereo. Siamo nel 2002: da allora ho cercato di acquisire ogni possibile documento in relazione all'attacco al Pentagono.Sono così venuto in contatto con i sostenitori di teorie alternative, che ho trovato talmente slegati dalla realtà di una analisi condotta con metodo scientifico da non interessarmene più di tanto. Successivamente ho avuto occasione, come sai, di interessarmi pubblicamente delle vicende relative all'11 Settembre per il primo SpecialeTG1 condotto da Roberto Olla, in cui per la prima volta in Italia una rete nazionale, importante come RAI1, affrontava la discussione sul "mistero del Pentagono". Per l'occasione la RAI aveva reperito nuovi documenti filmati inediti girati nella struttura colpita e interessanti interviste a parenti delle vittime e a tecnici impegnati nei lavori al Pentagono. Dopo la trasmissione, che mi vide sia ospite in studio che consulente per la sua preparazione, vidi le reazioni di alcuni siti italiani di sostenitori di teorie alternative e mi sembrò, allora come oggi, naturale incontrarli e parlarci. Quindi in me non c'é alcuna intenzione di smontare niente, mi interessa però che chi parla di tecnica e scienza, lo faccia con criterio e non usi parole e termici tecnico-scientifici per spacciare teorie che con la scienza hanno poco o niente a che fare.Personalmente non mi interessa assolutamente la teoria ufficiale, perché il mio approccio é comunque tecnico e come tale dedicato solamente agli aspetti che sono intimamente connessi con le mie specifiche conoscenze.Ogni teorie é valida finché non se ne dimostri la non compatibilità.Frequantando le discussioni su Luogocomune, sono venuto in contatto con la variegata galassia "cospirazionista", termine piuttosto sgradevole da utilizzare, ma che é entrato nel modo di dire comune.Ipotesi fantasiose e veri e propri errori venivano ripetuti senza alcuna riflessione: penso che il problema principale di chi sostiene quetse teorie alternative sia il continuo rimettere in discussione punti fermi che, una volta dimostratisi validi, devono invece essere acquisiti ed utilizzati per validare il perimetro di applicazione delle nuove ipotesi di lavoro. Faccio degli esempi per spiegare cosa intendo. non é un'opinione, ma un fatto che le caratteristiche meccaniche di un acciaio varino con la temperatura, non é un'opinione, ma un fatto che in un qualsiasi incendio domestico ci siano temperature di fiamma sopra i 1.000°C e temperature di fumo attorno ai 650°C: perché al WTC l'incendio non dovrebbe aver superato i 250°C, come ancora oggi affermano molti sostenitori di queste teorie, quando la temperatura di accensione di un foglio di carta é di 200°C?All'inizio il dialogo é stato interessante, ma probabilmente qualcuno ha iniziato ad intuire che portare le persone a ragionare con la propria testa non sia bene, per cui iniziarono a manifestarsi atteggiamenti, nelle discussioni nei forum, di vero e proprio astio, con livelli di livore che non mi sarei mai aspettato.Da questo cambio di marcia ho capito che il problema non era più di quali idee venissero proclamate, ma che il vero ostacolo era il dialogo che avevo intrappreso. Chi pensa di dirigere questo movimento spontaneo di persone che chiedono verità e giustizia non può accettare che avvenga un dialogo pacato con chi non la pensa nello stesso modo, ed usa la carta dell'intransigenza per far cessare ogni rapporto, spingendo sull'acceleratore dell'arroganza.Per questo motivo, quando mi é stato chiesto, ho deciso di partecipare ai lavori del gruppo Undicisettembre, che si é posto come obiettivo di smentire le ipotesi palesemente inconsistenti di chi, sfruttando il proprio carisma o altre caratteristiche della comuinicazione sociale, travisa la realtà dando una visione distorta dei fatti e, soprattutto, delle evidenze fisiche e tecniche.In merito al rappoto della Commissione, personalmente lo ritengo un documento politico, non giuridico, frutto di compromessi come ogni documento politico e che non deve essere preso come base di alcuna ipotesi tecnica di spiegazione.Il mio approccio, ripeto, é tecnico: preferisco leggermi centinaia di pagine dei report Nist, piuttosto che un capitolo del rapporto della Commissione. Sono critico nei confronti del rapporto? Probabilmente si, in realtà non lo considero affatto un elemento su cui poter capire cosa é successo quel giorno nei luoghi in cui sono stati compiuti dei reati oggettivamente tra i più efferati mai compiuti.Per riassumere brevemente, il rapporto si interessa al "chi" ha compiuto l'attacco, io sto invece cercando acora di capire "come" é avvenuto. Questi due piani, diversi, sono spesso fraintesi dai complottisti: qualcuno ha già deciso il "chi" e non si pone troppi problemi sul "come", per cui nascono ipotesi completamente campate per aria.Io sono convinto invece che solo capendo il "come" potremo un giorno arrivare al "chi".Chi si occupa di 11 Settembre deve svolgere un'analisi investigativa, non redarre una sentenza.Credo che i cosiddetti debunker condividano generalmente un approccio orientato ai fatti, alle evidenze, all'analisi.Non é un caso che a distanza di 6 anni i lavori che pubblico sul mio blog, tradotti in inglese, abbiano migliaia di visite da siti di tutto il mondo: il mio approccio é tecnico e come tale non é né ufficialista né complottista.Io sono convinto che la versione ufficiale abbia punti oscuri e punti grigi, perché frutto di una commissione politica. Trovo francamente assurdo che non venga dato spazio al crollo del WTC7, così come il fatto che siano state operate scelte, non censure, sulle testimonianze delle audizioni tenute con i testimoni.Ritengo poi che tutti gli atti debbano essere pubblicati, con la motivazione del perché sono o non sono stati ritenuti validi ai fini della ricostruzione degli eventi.

mercoledì 9 maggio 2007

La Prova

Riporto qui il primo post del thread "Seven is exploding - La prova incontrovertibile", grazie al quale mi sono trovato a DOVER riaprire questo blog.
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Ho qualche dubbio su questo ben noto articolo e per esporvelo mi avvarrò del filmato omonimo, che potrete senza difficoltà trovare su youtube.

Il video apre con questo invito: “Se volete una prova che l’ edifcio è stato demolito con esplosivi, per favore guardate questo filmato fino alla fine.” E cosi abbiamo fatto. Nella speranza di trovare finalmente: LA PROVA. Eccellenti passaggi ci guidano fino al minuto 3:47, momento in cui Mazzucco si appresta cosi’ a fornire la evidenza incontrovertibile che aspettavamo:“pare infatti che pompieri e polizia stessero facendo evacuare la zona addirittura dall’ una del pomeriggio, perché sapevano che l’ edificio sarebbe stato demolito.” Sentenza forte e risoluta (nonostante un “pare che”, che di certo in pochi noteranno). Verrebbe subito da chiedersi: “Ma come è possibile? Polizia e pompieri … tutti sapevano… che l’ edificio sarebbe stato DEMOLITO?” Ci si aspetta dunque una carrellata di testimonianze di agenti e vigili del fuoco che documentano e “provano” ciò indiscutibilmente. Invece? Ci vengono proposte “alcune testimonianze dalla strada”.
Si comincia con tale Indira Singh (il cui nome non dirà nulla ai più, ma su cui si trovano diversi articoli interessanti in rete):“Tutto quello che posso testimoniare è che verso le 12 o 13 ci hanno detto che dovevamo andarcene… perché l’ edificio 7 sarebbe caduto o sarebbe stato tirato giù.”
(Non penso ci sia alcuna necessità di sottolineare la differenza tra “sarebbe caduto” e “sarebbe stato tirato giù” . Perciò continuiamo:)
Domanda: “Hanno usato proprio il termine “tirato giù”, e chi era a dirvi queste cose?
Singh: I pompieri. I pompieri… Si, hanno usato il termine “dovremo tirarlo giù”

Messa in condizione di dover per forza di cose scegliere tra una o l’ altra espressione, ha optato dunque per il “dovremo tirarlo giù”. Teniamo presente che sono stati i pompieri ad affermare questo, stando alla testimonianza. Gli stessi che, nel montaggio del filmato, subito dopo l’ intervista e un paio di esplosioni nel sottofondo audio, al minuto 4:33 dicono:
Ragazzi, avete sentito? Tenete d’ occhio quell’ edificio, fra poco viene giù.”
Al minuto 4.38: Sta per saltare tutto in aria. Tiratevi indietro, ragazzi.”
E poi, 4.44: “Ci stiamo allontanando, l' edificio sta per esplodere”.
Infine il famoso scambio di battute tra pompieri, che si è meritato il “fumetto” in homepage: “-Dobbiamo rientrare, il 7 sta esplodendo. –Lo so, lo so.”

In nessuna di queste frasi dunque, testimoniate dal video andato in onda a Matrix, i pompieri dicono nulla che indichi un loro diretto coinvolgimento nel collasso dell’ edificio (qualcosa del tipo: “dovremo tirarlo giù"). Ed è perciò molto probabile che anche la testimone Singh si sia sentita dire dai pompieri di allontanarsi da quel posto “perché l’ edificio 7 sarebbe caduto”. Proprio come lei stessa inizialmente afferma. Sigh...

Chiosa di Mazzucco:“L’ edificio 7 non è quindi caduto a causa di un incendio, come dice la versione ufficiale. Ma sarebbe stato demolito intenzionalmente.”In base a quanto detto e mostrato fino ad ora nel filmato da lui montato, si comprende questo prudente condizionale: “sarebbe stato demolito”. Ciò che non si riesce a capire invece è il perché di una presentazione del genere: “In April 2007, Italian TV broadcasted a definite proof that Building 7 was demolished”. Oppure: “...a major Italian network (Canale 5) has aired some conclusive evidence that Building 7 did not collapse on its own... “ (Una importante rete televisiva italiana (Canale 5) ha mandato in onda alcune prove decisive (incontrovertibili) che l'edificio 7 non è crollato da solo.”). E cosi via.Rivediamo lo scenario in cui vogliamo dimostrare "Y": abbiamo una testimone che riferisce di essersi sentita dire X o Y dai pompieri. Infine propende per la Y. Poi ci viene proposta una sfilza di prove, queste si incontrovertibili, in cui i pompieri ribadiscono piu volte: X! X! X! E poi ancora: X! Una X talmente gigantesca da non lasciare alcun dubbio: X! Ma ci attende ancora il gran finale, LA PROVA: si afferma trionfanti che ciò che abbiamo visto e sentito è innegabilmente Y!

Ma è un gioco? Uno scherzo? Una presa per i fondelli? Un… insulto?

Parliamoci chiaro: c’ è più di un motivo per pensare che (anche) l’ edificio 7 sia stato demolito e per dubitare fortemente della VU. Ma ciò non significa che ci si debba lasciare abbindolare da “prove” di questo livello. Il resto è rèclame.

Riaperto

Per chi sta seguendo questa discussione su Luogocomune che è ancora in corso (ma di fatto: probabilmete conclusa), non sarà difficile intuirne il motivo.

Si riparte dunque. E, a chi fosse interessato: stay tuned ;).
(I commenti sono benvenuti, ma ora, previa registrazione. Ricordo a chi volesse lasciarne che, dall' ultima volta che ho scritto in questo Blog, le buone maniere non hanno subito sostanziali modifiche. Prego pertanto tutti di attenersi a questo. Grazie.)