sabato 14 aprile 2007

The experiment

Trama:
Un gruppo di scienziati decide di realizzare un insolito esperimento: rinchiudere 20 uomini in un carcere simulato per 2 settimane, dividendoli tra guardie e detenuti per poi analizzarne le reazioni. Ma il senso del potere inizia a inebriare le menti delle guardie....

"Straordinaria analisi del genere umano e delle sue animalesche reazioni alle imposizioni e agli abusi, con tanto di claustrofobica ambientazione.Perduta l'identità e chiamati con un numero i prigionieri tentano di considerare tutto come un gioco, e sebbene in principio le guardie seguano quella scia di divertimento, si fanno quasi immediatamente coinvolgere dal potere che posseggono. ...
Un film crudele che evidenzia tragicamente la totale mancanza del senso di giustizia nell'uomo, vinto spesso e volentieri dal desiderio istintivo, e perciò invicibile, di esercitare il potere sugli altri. "

Cosi scrive Valeria Chiari nella sua recensione su Filmup. Un film da vedere. Tratto dal romanzo di Bruno Giordano, che a sua volta trae spunto da un esperimento realmente eseguito nel 1971 noto come: “The Stanford prison experiment” (con uno sponsor d' eccellenza: U.S.Navy).

L'esperimento

E' da subito motivo di riflessione che coloro ai quali era stato assegnato il ruolo di prigionieri, a esperimento concluso, hanno dichiarato che pensavano che i guardiani fossero stati scelti in base alla loro superiore stazza fisica, ma in realtà la scelta è stata determinata da casuali lanci di una monetina e tra i due gruppi non c' era oggettiva differenza di statura.
Ai guardiani, dotati di occhiali da sole per evitare che i carcerati potessero anche solo guardarli direttamente negli occhi, era stato assegnato il compito di mantenere l' ordine nella prigione in qualunque modo a loro sembrasse opportuno.
L' esperimento è sfuggito di mano molto in fretta. I prigionieri hanno subito e accettato pratiche sadiche e umilianti da parte dei guardiani e alla fine molti di essi mostravano gravi sintomi di disturbi emotivi.Durante il secondo giorno è scoppiata una rivolta che le guardie hanno sedato (accollandosi volontariamente ore di lavoro straordinario) con estintori e dividendo in due celle i prigionieri: cella dei "buoni" e cella dei "cattivi". Cercavano in questo modo di mettere i prigionieri gli uni contro gli altri, facendo loro pensare che tra le loro fila vi fossero degli "infiltrati" informatori. Gli sforzi delle guardie sono andati a buon fine: non vi furono più ribellioni di massa. Ma, in breve tempo, gli episodi di pianto incontrollabile e disturbi della ragione di alcuni dei prigionieri hanno reso necessaria la loro sostituzione. Proprio uno di questi sostituti, inorridito dall' atteggiamento delle guardie iniziò uno sciopero della fame in segno di protesta. E' stato posto in isolamento e, per instillare negli altri prigionieri l' idea che il nuovo arrivato fosse un piantagrane, li misero di fronte a una scelta: tenersi le coperte e lasciare il prigioniero in isolamento oppure il contrario. Tutti scelsero la prima opzione.
Mano a mano che l' esperimento procedeva, molte delle guardie diventavano sempre piu sadiche e in particolare nelle ore notturne in cui pensavano che le telecamere fossero spente. Circa un terzo delle guardie, a detta dei ricercatori che hanno condotto l' esperimento, esibivano tendenze di genuino sadismo e la maggior parte di loro si era dimostrata contrariata quando l' esperimento è stato improvvisamente interrotto dopo solo sei giorni dei 14 originariamente previsti.

I risultati dell' esperimento hanno dimostrato l' impressionabilità e l' obbedienza delle persone in un dato contesto legittimato dall' ideologia e supportato a livello sociale e istituzionale ed ha suggerito che nelle "cavie" il fattore ambientale ha avuto maggior incidenza sul loro comportamento rispetto a qualunque altro tratto della loro personalità.

In questo breve riadattamento tratto da Wikipedia (pagina in inglese), ho ritenuto di non integrare alcuni passaggi. Per chi volesse saperne di più, ecco il sito dedicato all' esperimento. (sito in inglese e immagini "forti")

La mente corre subito alle torture di Abu Ghraib, sopratutto una volta viste le immagini, ma non voglio abbandonarmi a ridondanti e retoriche considerazioni sul tema. Sarebbero del tutto inutili. Ciò che ho letto qui invece, cercherò di riportarlo (con le dovute proporzioni) nel mio piccolo mondo, di modo che ogni qual volta sarò IO a determinare le mie azioni rischierò in minor misura di divenire preda di "variabili ambientali". Naturalmente: ogni possibile riferimento al contenuto dei miei precedenti post è fortemente voluto ed auspicato.

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