venerdì 11 maggio 2007

Domande a un esperto: #1


Approfitto della gentile disponibilità di Enrico Manieri, alias Henry62, che non necessita di presentazione alcuna per chi da anni in Italia si interessa di 11/9, per fargli una serie di domande a cui mille volte in altre sedi si sarà già risposto, ma senza per questo riuscire a fugare tutti i dubbi.

Bando perciò alle cerimonie ed ecco la prima domanda:

Qual' è l' atteggiamento di fondo dei gruppi di lavoro che si incaricano di smontare volta per volta le "tesi complottiste" rispetto al "9/11 Commission report" ? Lo ritengono esauriente e inoppugnabile in ogni sua parte? (In caso contrario: quali sono le problematiche irrisolte e affrontate con sufficienza?)

Risposta:

Per altri non posso parlare, ma ti dico certamente quale é stata la mia esperienza personale. Io ho iniziato a studiare l'11 Settembre quando Meyssan pubblicò il suo libro in cui sosteneva che al Pentagono non fosse mai caduto un aereo. Siamo nel 2002: da allora ho cercato di acquisire ogni possibile documento in relazione all'attacco al Pentagono.Sono così venuto in contatto con i sostenitori di teorie alternative, che ho trovato talmente slegati dalla realtà di una analisi condotta con metodo scientifico da non interessarmene più di tanto. Successivamente ho avuto occasione, come sai, di interessarmi pubblicamente delle vicende relative all'11 Settembre per il primo SpecialeTG1 condotto da Roberto Olla, in cui per la prima volta in Italia una rete nazionale, importante come RAI1, affrontava la discussione sul "mistero del Pentagono". Per l'occasione la RAI aveva reperito nuovi documenti filmati inediti girati nella struttura colpita e interessanti interviste a parenti delle vittime e a tecnici impegnati nei lavori al Pentagono. Dopo la trasmissione, che mi vide sia ospite in studio che consulente per la sua preparazione, vidi le reazioni di alcuni siti italiani di sostenitori di teorie alternative e mi sembrò, allora come oggi, naturale incontrarli e parlarci. Quindi in me non c'é alcuna intenzione di smontare niente, mi interessa però che chi parla di tecnica e scienza, lo faccia con criterio e non usi parole e termici tecnico-scientifici per spacciare teorie che con la scienza hanno poco o niente a che fare.Personalmente non mi interessa assolutamente la teoria ufficiale, perché il mio approccio é comunque tecnico e come tale dedicato solamente agli aspetti che sono intimamente connessi con le mie specifiche conoscenze.Ogni teorie é valida finché non se ne dimostri la non compatibilità.Frequantando le discussioni su Luogocomune, sono venuto in contatto con la variegata galassia "cospirazionista", termine piuttosto sgradevole da utilizzare, ma che é entrato nel modo di dire comune.Ipotesi fantasiose e veri e propri errori venivano ripetuti senza alcuna riflessione: penso che il problema principale di chi sostiene quetse teorie alternative sia il continuo rimettere in discussione punti fermi che, una volta dimostratisi validi, devono invece essere acquisiti ed utilizzati per validare il perimetro di applicazione delle nuove ipotesi di lavoro. Faccio degli esempi per spiegare cosa intendo. non é un'opinione, ma un fatto che le caratteristiche meccaniche di un acciaio varino con la temperatura, non é un'opinione, ma un fatto che in un qualsiasi incendio domestico ci siano temperature di fiamma sopra i 1.000°C e temperature di fumo attorno ai 650°C: perché al WTC l'incendio non dovrebbe aver superato i 250°C, come ancora oggi affermano molti sostenitori di queste teorie, quando la temperatura di accensione di un foglio di carta é di 200°C?All'inizio il dialogo é stato interessante, ma probabilmente qualcuno ha iniziato ad intuire che portare le persone a ragionare con la propria testa non sia bene, per cui iniziarono a manifestarsi atteggiamenti, nelle discussioni nei forum, di vero e proprio astio, con livelli di livore che non mi sarei mai aspettato.Da questo cambio di marcia ho capito che il problema non era più di quali idee venissero proclamate, ma che il vero ostacolo era il dialogo che avevo intrappreso. Chi pensa di dirigere questo movimento spontaneo di persone che chiedono verità e giustizia non può accettare che avvenga un dialogo pacato con chi non la pensa nello stesso modo, ed usa la carta dell'intransigenza per far cessare ogni rapporto, spingendo sull'acceleratore dell'arroganza.Per questo motivo, quando mi é stato chiesto, ho deciso di partecipare ai lavori del gruppo Undicisettembre, che si é posto come obiettivo di smentire le ipotesi palesemente inconsistenti di chi, sfruttando il proprio carisma o altre caratteristiche della comuinicazione sociale, travisa la realtà dando una visione distorta dei fatti e, soprattutto, delle evidenze fisiche e tecniche.In merito al rappoto della Commissione, personalmente lo ritengo un documento politico, non giuridico, frutto di compromessi come ogni documento politico e che non deve essere preso come base di alcuna ipotesi tecnica di spiegazione.Il mio approccio, ripeto, é tecnico: preferisco leggermi centinaia di pagine dei report Nist, piuttosto che un capitolo del rapporto della Commissione. Sono critico nei confronti del rapporto? Probabilmente si, in realtà non lo considero affatto un elemento su cui poter capire cosa é successo quel giorno nei luoghi in cui sono stati compiuti dei reati oggettivamente tra i più efferati mai compiuti.Per riassumere brevemente, il rapporto si interessa al "chi" ha compiuto l'attacco, io sto invece cercando acora di capire "come" é avvenuto. Questi due piani, diversi, sono spesso fraintesi dai complottisti: qualcuno ha già deciso il "chi" e non si pone troppi problemi sul "come", per cui nascono ipotesi completamente campate per aria.Io sono convinto invece che solo capendo il "come" potremo un giorno arrivare al "chi".Chi si occupa di 11 Settembre deve svolgere un'analisi investigativa, non redarre una sentenza.Credo che i cosiddetti debunker condividano generalmente un approccio orientato ai fatti, alle evidenze, all'analisi.Non é un caso che a distanza di 6 anni i lavori che pubblico sul mio blog, tradotti in inglese, abbiano migliaia di visite da siti di tutto il mondo: il mio approccio é tecnico e come tale non é né ufficialista né complottista.Io sono convinto che la versione ufficiale abbia punti oscuri e punti grigi, perché frutto di una commissione politica. Trovo francamente assurdo che non venga dato spazio al crollo del WTC7, così come il fatto che siano state operate scelte, non censure, sulle testimonianze delle audizioni tenute con i testimoni.Ritengo poi che tutti gli atti debbano essere pubblicati, con la motivazione del perché sono o non sono stati ritenuti validi ai fini della ricostruzione degli eventi.

6 commenti:

bifidus ha detto...

"Per altri non posso parlare, ma ti dico certamente quale é stata la mia esperienza personale."

Partendo da questo presupposto, non voglio al momento entrare nei vari "studi" prodotti nel corso di questi anni da questi gruppi di lavoro. E nemmeno entrare nel merito dei diversi elementi che hai già introdotto con questa tua risposta. Si rischierebbe di creare inutile confusione, per di più "bruciando" cosi aspetti specifici dell' 11/9 che meritano una risposta a sè, piuttosto che venire appena accennati nei commenti.
Mi limiterò perciò a fare solo qualche veloce considerazione su quelle parti della tua risposta che riguardano strettamente il "9/11 Commission Report".
Prendo atto delle tue perplessità rispetto a questo "documento politico", ma penso che le zone d' ombra da te indicate siano sin troppo clementi nei confronti del rapporto. Capisco la tua riluttanza a parlare di politica (in quanto di scientifico c' è ben poco) e non starò a sottilizzare se nel rapporto ci siano "scelte" o "censure". Mi preme però sottolineare innanzitutto che il lavoro, che aveva la pretesa di essere "indipendente" (perciò non politico), vedeva nelle vesti di direttivo esecutivo tale Zelikow (membro anche della commissione dei servizi segreti internazionali di Bush), che ha di fatto orientato il lavoro della commissione nella scelta arbitraria di cosa includervi e cosa evitare di investigare (come tu stesso accennavi).

"...qualcuno ha già deciso il "chi" e non si pone troppi problemi sul "come", per cui nascono ipotesi completamente campate per aria.Io sono convinto invece che solo capendo il "come" potremo un giorno arrivare al "chi"."

Mi ha fatto particolarmente pensare questa tua frase: se con il "qualcuno" volessimo indicare l' amministrazione Bush piuttosto che i "complottisti", diventerebbe evidente di quanto in verità sia successo proprio questo: era stato dato il via alle operazioni di guerra in Afghanistan, ancor prima di poter avanzare non più di qualche ipotesi sulle dinamiche dell' 11/9 settembre. E se a questo sommiamo che pare ci fossero piani di guerra pronti per l'Afghanistan e l'Iraq mesi prima dell' attentato, la non indipendenza politica del rapporto della commissione, le "armi di distruzioni di massa" mai trovate, la mancanza di prove di un collegamento tra Saddam e Al Qaeda, il PNAC e diverse altre cosette, è ancora più evidente che il titolo del libro di Griffin "The 9/11 Commission Report: Omissions and Distortions" sia quanto mai azzeccato.
In altre parole, è stata proprio la VU (la politica), ad aver per primo affrontato l' 11/9 con le modalità imputate ai cospirazionisti.E vorrei notare che il Nist muoveva i primi passi quando la "guerra al terrorismo" era già in corso... per cui giusto qualche annetto per capire il "come" e si è già avuto qualche decina di migliaia di morti.
Ma anche questa...è solo Politica (spicciola).

Henry62 ha detto...

Caro Bifidus,
se per te "qualcuno" può significare Amministrazione americana, é una tua valutazione, che può essere condivisa o meno, ma questa interpretazione é consentita proprio perché la Commissione era politica e ha steso un documento politico, che si presta quindi ad "interpretazioni".

Qualcuno disse che le leggi vanno applicate con i nemici, interpretate con gli amici.

Sarà anche politica, ma non mi ci riconosco.

Per questo motivo trovo assolutamente errate interpretaazioni in chiave geopolitica dell'attacco dell'11 Settembre, perché introducono aree di alea e interpretabilità laddove si dovrebbe parlare solo di prove ed evidenze.

Buona giornata.

bifidus ha detto...

Ciao Enrico:
....."le leggi vanno applicate con i nemici, interpretate con gli amici"

Si potrebbe obiettare che in politica ci sono "alleanze" e rapporti di forza che non hanno granchè da spartire con l' amicizia. (Vedi: Saddam e Bin Laden)

....."Per questo motivo trovo assolutamente errate interpretazioni in chiave geopolitica dell'attacco dell'11 Settembre"

Su questo possiamo essere d'accordo, anche se, come hai già capito, il mio parere è che "qualcuno" abbia commesso proprio questo "errore".
Detto ciò, per quanto mi riguarda possiamo passare alle domande "tecniche", nelle cui risposte, mi sembra di intuire, ci sarà ben poco di opinabile... :).
Ciao!

Anonimo ha detto...

Approfitto della gentile disponibilità di Enrico Manieri, alias Henry62, che non necessita di presentazione alcuna per chi da anni in Italia si interessa di 11/9, per fargli una serie di domande a cui mille volte in altre sedi si sarà già risposto, ma senza per questo riuscire a fugare tutti i dubbi.

E dopo aver rotto il kazzo con le frequentazioni di rodriguez, quando invece intervisti manieri non ti fai nessuna domanda eh?

http://www.luogocomune.net/site/modules/newbb/viewtopic.php?topic_id=2872&forum=38&post_id=68497#forumpost68497

Sono stato iscritto all'Ordine dei Giornalisti e ho pubblicato il mio primo articolo negli anni 80.
Ho scritto per le seguenti riviste:

Diana Armi, Armi e Tiro, TAC Armi, Difesa Oggi, Protec Protezione Civile, Force Rivista Sicurezza, Defence Today, riviste varie di automazione industriale, ho partecipato a convegni sulla disciplina delle armi redigendo parte degli atti, sono stato addetto stampa del Consorzio Armaioli Bresciani, giornalista accreditato a manifestazioni internazionali nel settore della difesa, ho contribuito alla nascita di Armi Magazine, ho collaborato con altri gruppi editoriali realizzando anche videoservizi.


Difesa e Armi – settore militare.. indovina a ki stava seduto vicino su rai uno? No, non era Chavez

Era uno implikato nell'insabbiamento di Ustica.. guarda un po'!
http://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=1047&com_id=32212&com_rootid=32212&

Ma

“Tecnico balistico” - “esperto forense” .. ma che lavoro fa il karo esperto ke non ha bisogno di presentazioni?

http://www.lamaddalenaonline.com/dblog/storico.asp?s=&m=20050801&pagina=2

Chi invece si è reso conto del grande valore storico dello scritto del 16 agosto 1943 è Enrico Manieri, 42 anni, bresciano, funzionario di banca, appassionato collezionista e ricercatore di storia contemporanea.

...bankiere...

Henry62 ha detto...

Ciao anonimo,
se volevi informazioni bastava chiederle.

L'ottimo Mazzucco sa perfettamente cosa faccio e perché: mi occupavo del settore armiero e per una questione etica (crisi di coscienza, se ti va meglio), ho deciso di uscirne e riconvertirmi.

Decisione delicata e che mi é costata molto anche in termini personali, ma che rifarei anche subito.

Siccome avevo quella che si chiama un'"elevata professionalità", ho deciso di metterla al servizio della giustizia, sia occupandomi di questioni forensi (delitti seriali, in particolare) che di altro, come puoi ben vedere.

Professionalmente opero nel settore dei servizi e mi occupo di modelli matematici e strumenti di sintesi direzionale a supporto delle decisioni, ma credo che interessi poco.

Incidentalmente sono stato giornalista pubblicista, ufficiale d'artiglieria, ma anche ricercatore storico, storico postale e modellista; ho all'attivo un po' di pubblicazioni e un paio di libri.

Serve altro?
Saluti.

bifidus ha detto...

Karissimo anonimo,
dici: "non ti fai nessuna domanda eh?"

Innanzitutto, per tua informazione, sono a questo punto del "percorso": dopo che per anni ho personalmente tratto la maggior parte delle mie "informazioni" da LC, visto che mi era parso che ultimamente su quel sito il "contraddittorio" non fosse più tanto gradito, ho pensato di porre in prima persona le mie domande a chi sostiene cose opposte. Per cui ora si fanno domande. Sulle risposte, nei limiti delle possibilità e conoscenze si fanno altre domande oppure obiezioni. Infine, si collocherà tutto in un contesto generale da cui si tenterà di trarre qualche conclusione.
Esattamente come si tentava di fare con Rodriguez. (A proposito: che tu sappia, qualcuno ha per caso trovato spiegazione ad alcune favolette? Vedi: FBI che chiede lista ospiti di alberghi in Venezuela.)
Per cui l' approccio che tu suggerisci è semplicemente scorretto (o skorretto, cosi forse ci intendiamo): se tu avessi avuto la bontà di leggere il mio commento alla risposta #3, avresti già capito che non sarei prevenuto nemmeno coi "gelatai". E guarda qui: http://www.luogocomune.net/site/modules/newbb/viewtopic.php?topic_id=1908&viewmode=flat&order=ASC&start=74 Sorpresona: viene fuori che Mazzucco afferma che " non è laureato nemmeno in tappezzeria decorativa". Ma c' è una novità: si contestano le affermazioni e non le professioni. Perciò, se vuoi partecipare alle discussioni sarai benvenuto, altrimenti sei pregato di lasciare a casa tutte queste K!

E per inciso, con le qualifiche di henry, mi stupirei se scrivesse su Donna Moderna o Vanity Fair, non certo per le riviste che ha citato.
Ciao