Ci sono cose che non possono lasciarci senza parole. Una di queste è l' ultimo articolo di Giorgio Mattiuzzo (alias Pausania) pubblicato su luogocomune: "Ci mancano solo i bambini-bomba".
Nel riassumere abilmente gli ultimi anni di disinformazione mediatica, non ha saputo resistere alla tentazione di gettarsi nella mischia, mettendone un generoso pizzico a partire dal titolo stesso. Già al leggere solo questo infatti, grazie all' uso di un sarcasmo quanto mai fuori luogo, si potrebbe essere portati a pensare che i "bambini bomba" in realtà siano una cosa mai vista prima d' ora. Una assurdità pari all' "esplosivo al Gatorade" o al famoso "asino che vola", insomma. Ma una volta arrivati al termine dell' articolo, l' inizale sensazione che questi siano solo l' ennesima fiction della solita disinformazione ufficiale, potrebbe essere divenuta per qualcuno una certezza.
La fonte della favoletta del piccolo eroe, primo eclatante caso di "bambino bomba", non è "verificabile", a detta dell' autore stesso dell' articolo. Ciononostante, pur di rimarcare la profonda diversità della propria opera rispetto a quella dei media che parlano di aria fritta per questioni di comodo, ha pensato bene di scriverci il suo bel pezzo di "controinformazione".
Approfitto quindi dell' occasione per mettere un po' di cosette sul tavolo, di modo che non si parli solo di aria quando si toccano certi argomenti.
Da: "Bambini in guerra" (di Dina Nascetti, L' Espresso 15/06/2000)
"Naftal è nato nel Mozambico. Ha 17 anni. E'stato rapito quando di anni ne aveva undici. In questo povero paese dell'Africa nera, ex colonia portoghese, la lunga guerra civile era ancora in corso, e lui - era il periodo di Natale - aveva pensato di andare a fare visita ad alcuni parenti assieme alla famiglia. I guerriglieri della Renamo arrivarono al villaggio, ammazzarono decine di persone, ne rapirono altre. Camminò per due giorni con un sacco di granturco da 25 chili sulle spalle. Per due anni, Naftal sparò con il suo Ak47. «Se non lo avessi fatto, loro avrebbero sparato a me». E' una delle tante drammatiche testimonianze raccolte dall'Unicef, l'organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa dell'infanzia"
Ah… L' Espresso che parla basandosi su testimonianze raccolte dalle Nazioni Unite?! Bella forza, mi si dirà: "Anche tralasciando la rivista (affossarla è gioco da ragazzi), ormai lo sanno tutti che l' ONU è stato uno dei passi più importanti verso il "governo globale", verso il NWO, che è la madre di tutte le cospirazioni!" D'accordo. Se l' ONU è solo ente di facciata dei soliti noti, ormai ampiamente smascherato e ridicolizzato dai suoi stessi scandali ('Oil for food' o 'Sex for food', per citarne solo un paio), che credibilità può avere una fonte del genere?
Mi rivolgo allora a una fonte di "pura informazione", cioè disinformazione.it, che spero sia gradita anche a chi crede ai rettiliani, di modo che prendano atto della drammatica realtà anche loro, cercando di applicare il filtro della ragione ogni volta che si approcciano a chiunque si prefigga lo scopo di (dis)informarli. Di questo articolo qui pubblicato, tratto da Amnesty International, riporto le prime frasi:
"I governi stanno minacciando i passi avanti fatti per porre fine all'uso dei bambini soldato. Lo ha denunciato la coalizione "Stop all'uso dei bambini soldato!" presentando oggi a Londra il suo rapporto globale, la rassegna più ampia e completa sulla dimensione del fenomeno su scala mondiale."
Penso che queste poche parole siano ampiamente sufficienti, persino al signor Mattiuzzo, per ricavarne molto facilmente una informazione, che potrebbe ampliare e impreziosire (ma anche oltremodo complicare) la sua attuale visione del mondo: il fenomeno di bambini usati come soldati (oppure bambini bomba, per rifarmi al suo articolo) è talmente ampio da essere osservabile "su scala mondiale".
Se tuttavia ciò non bastasse, cito anche la frase immediatamente seguente:
"In quasi tutti i principali conflitti in corso – si legge nel rapporto – i bambini sono impiegati in combattimento da parte sia delle forze governative che di quelle dell'opposizione. Vengono feriti, sottoposti a efferati abusi e assassinati."
Nel caso il Nostro fosse ora un po' incuriosito, scoprirebbe che per avere qualche ulteriore informazione potrebbe visitare il sito http://www.bambinisoldato.it/ . E potrebbe anche leggervi questo, se solo avesse un attimo di pazienza prima di gettarsi sulla tastiera per insinuare ulteriori sciocchezze, infelici frutti di una miopia che ha pochi eguali persino su un sito come luogocomune.net :
"Un ragazzo tentò di scappare (dai ribelli), ma fu preso… Le sue mani furono legate, poi essi costrinsero noi, i nuovi prigionieri, a ucciderlo con un bastone. Io mi sentivo male. Conoscevo quel ragazzo da prima, eravamo dello stesso villaggio.
Io mi rifiutavo di ucciderlo ma essi mi dissero che mi avrebbero sparato.
Puntarono un fucile contro di me così io lo feci. Il ragazzo mi chiedeva: perché mi fai questo? Io rispondevo che non avevo scelta.
Dopo che lo uccidemmo essi ci fecero bagnare col suo sangue le braccia…
Ci dissero che noi dovevamo far questo così non avremmo avuto più paura della morte e non avremmo tentato di scappare…
Io sogno ancora il ragazzo del mio villaggio che ho ucciso.
Lo vedo nei miei sogni, egli mi parla e mi dice che l'ho ucciso per niente, e io grido."
(Susan, 16 anni, rapita dal Lord's Resistance Army, in Uganda)
Ebbene sì, caro signor Mattiuzzo: questo nostro mondo è un gran brutto posto. Capita avvolte che l' inganno sia davvero globale, capita anche che l' ignoranza venga quotidianamente alimentata dai media asserviti al potere, ma capita anche che ci siano "bambini soldato".
E quindi non ci mancavano proprio per nulla "i bambini-bomba"! C'erano già, e già da qualche tempo. Anche se a qualcuno tornerà sempre comodo parlare di "marketing", nel commentare "notizie" che sono in contrasto con i propri dogmi. Certo, è più semplice chiudere gli occhi e far finta che alcune cose esistano solo nella propaganda dei media, ed è anche rassicurante pensare di avere capito chi siano i cattivi . Ma questo gran brutto mondo non è solo bianco e nero.
E mentre il nostro Mattiuzzo chiude la sua lieta favella dicendo che "La morale è che anche i bambini afghani sono una potenziale minaccia che va tenuta sotto controllo", io concludo così piuttosto: la vera morale è che la feroce competizione per primeggiare nella disinformazione non conosce tregua.